Honduras: appello della Chiesa contro la violenza nel Paese
Il vescovo ausiliare di Tegucigalpa, mons. Juan José Pineda, ha esortato i fedeli
ad agire in modo coerente con la religione cattolica, per contrastare la violenza
che insanguina la nazione. Nel contesto dell'inizio del mese della patria in Honduras,
domenica scorsa il vescovo ha ricordato che "nella storia e nei testi del nostro inno
nazionale, i nostri eroi e il nostro popolo sono stati macchiati di sangue, oggi l’Honduras
continua ad essere ‘macchiato di sangue’ a causa della violenza nel Paese”. Una nota
pervenuta all’agenzia Fides riferisce della riflessione fatta dal vescovo nella sua
omelia, dove ha denunciato: “nel nostro Paese c'è violenza, non c'è la pace. C'è ancora
odio e non vediamo la fraternità. Per un cristiano non basta andare a Messa la domenica.
Non dico che non sia importante questa celebrazione, ma ad essa deve corrispondere
una vita coerente". Mons. Pineda ha esortato i fedeli a vivere la fede, ad aiutare
i bisognosi, a non "sporcarsi le mani con la violenza e le cose di questo mondo",
che spesso allontanano da Dio. La persona che vive la giustizia non è impegnata in
cose straordinarie, ma vive in modo onesto, ha intenzioni leali, non pensa di fare
del male al prossimo, né calunnia il suo vicino, non presta denaro a usura, né agisce
contro l'innocente. Da qualche settimana pubblicazioni e autorità religiose hanno
commentato l'ultimo rapporto pubblicato dall’Osservatorio della Violenza, stilato
dall'Università Nazionale Autonoma dell’Honduras (Unah), dove si legge che nell'anno
2011 la media giornaliera degli omicidi era arrivata a 20 vittime. Il rapporto, diffuso
anche dalla stampa locale, fa notare un aumento rispetto al 2010. Il totale di morti
per cause esterne è stato di 9.799 (7.104 omicidi, 1.098 incidenti stradali, 730 morti
per cause non determinate, 551 per altre cause e 316 suicidi). (R.P.)