Funerali del cardinale Martini. Il Papa: pastore generoso e fedele, aperto al dialogo
con tutti
Grande commozione ieri pomeriggio a Milano per i funerali del cardinale Carlo Maria
Martini. Alle esequie officiate dal cardinale arcivescovo di Milano, Angelo Scola,
hanno preso parte almeno 20 mila fedeli, molti dei quali si sono raccolti nella piazza
antistante il Duomo, nonostante la pioggia battente. Numerose le autorità istituzionali
presenti, tra cui il premier italiano, Mario Monti. All’inizio della celebrazione,
il cardinale Angelo Comastri, vicario del Papa per la Città del Vaticano, ha letto
un messaggio inviato da Benedetto XVI, su cui ci riferisce Alessandro Gisotti:
Un Pastore
“generoso e fedele della Chiesa”, “un uomo di Dio” che ha amato la Sacra Scrittura,
facendone “la luce della sua vita”. Benedetto XVI tratteggia così la figura del cardinale
Carlo Maria Martini. Un pastore, si legge nel messaggio, che “è stato capace di insegnare
ai credenti e a coloro che sono alla ricerca della verità che l’unica Parola degna
di essere ascoltata, accolta e seguita è quella di Dio, perché indica a tutti il cammino
della verità e dell’amore”.
“Lo è stato con una grande apertura d’animo,
non rifiutando mai l’incontro e il dialogo con tutti, rispondendo concretamente all’invito
dell’Apostolo di essere ‘pronti sempre a rispondere a chiunque vi domandi ragione
della speranza che è in voi’".
Lo è stato, scrive ancora il Pontefice,
“con uno spirito di carità pastorale profonda, secondo il suo motto episcopale, Pro
veritate adversa diligere, attento a tutte le situazioni, specialmente quelle
più difficili, vicino, con amore, a chi era nello smarrimento, nella povertà, nella
sofferenza”. Il Signore, che ha guidato il cardinale Martini in tutta la sua esistenza,
conclude il Papa, “accolga questo instancabile servitore del Vangelo e della Chiesa
nella Gerusalemme del Cielo”.
Per rivivere alcuni dei momenti della celebrazione
funebre di ieri, la cronaca nel servizio da Milano di Fabio Brenna:
Decine
e decine di vescovi e cardinali, fra cui il Presidente del Pontificio consiglio per
la Cultura, il cardinale Gianfranco Ravasi, il presidente della Cei, il cardinale
Angelo Bagnasco. Ad assistere fra gli altri, il presidente del Consiglio italiano
Mario Monti, con vari ministri. Nell’omelia, il cardinale Scola ha ricordato come
il cardinale Martini non “ci abbia lasciato un testamento spirituale, ma la sua eredità
è tutta nella sua vita e nel suo magistero a cui dovremo continuare ad attingervi
a lungo”, sottolineando però la centralità della Parola:
“Ha però scelto
la frase da porre sulla sua tomba, tratta dal Salmo già citato dal Santo Padre: ‘Lampada
per i miei passi è la tua Parola, luce sul mio cammino’. In tal modo, egli stesso
ci ha dato la chiave per interpretare tutta la sua esistenza e il suo ministero”.
Dell’affetto
testimoniato dalle 200 mila persone che sono sfilate da sabato scorso davanti al feretro
di Martini, si è fatto portavoce il suo successore sulla cattedra di Ambrogio, cardinale
Dionigi Tettamanzi:
“Noi ti abbiamo amato per il tuo sorriso e la tua parola,
per il tuo chinarti sulle nostre fragilità e per il tuo sguardo, capace di vedere
lontano, per la tua fede nei giorni della gioia e in quelli del dolore, per la tua
arte di ascoltare e di dare speranza a tutti, a tutti”.
Al termine della
celebrazione, la tumulazione in forma privata nella navata sinistra del Duomo, proprio
sotto la croce di S. Carlo Borromeo.