2012-09-04 08:52:01

Brasile. Il cardinale Damasceno Assis: accogliere, difendere e promuovere il dono della vita


“Bisogna rispettare la vita. Essa è un dono di Dio. Dobbiamo accoglierla, difenderla e promuoverla”: sono le parole del cardinale Raymundo Damasceno Assis, presidente della Conferenza episcopale del Brasile (Cnbb). Interpellato dai giornalisti, il porporato ha commentato così la risoluzione 1995/2012 emanata il 30 agosto dal Consiglio federale di medicina, riguardante il fine-vita. In particolare, il documento stabilisce il “range” terapeutico per i malati terminali, che potranno fissare, con l’aiuto di un medico, i criteri per l'utilizzo di trattamenti ritenuti invasivi o dolorosi, nei casi in cui non vi sia alcuna possibilità di guarigione. Ribadendo che “in Brasile, l’eutanasia non è permessa per legge” e che “al medico è proibito abbreviare la vita di un malato, anche su richiesta del paziente stesso o di un suo rappresentante legale”, il cardinale Damasceno Assis sottolinea che “la vita è un dono prezioso, il primo che riceviamo. Esso è alla base e al fondamento di tutti i diritti della persona umana”. Poi, il presidente dei vescovi brasiliani osserva: “Nessuno è obbligato o impedito nel ricorso ad interventi straordinari per restare in vita”; compito del medico, quindi, sarà quello di “curare il paziente nel miglior modo possibile, utilizzando tutti i metodi naturali, normali per il suo trattamento”. Di conseguenza, evidenzia il porporato, “non si può privare un malato del cibo o dell’acqua, ai quali ha diritto, perché significherebbe ucciderlo”. E quindi, “tutti i trattamenti normali, naturali, ovvero le così dette ‘cure palliative’, devono essere utilizzate dal medico per curare il malato”. Di qui, il parere contrario che la Cnbb dà sulla risoluzione 1995/2012, ricordando anche i principi del Codice deontologico medico ed invitando gli ospedali a monitorare l’eventuale applicazione della normativa. Infine, il cardinale Damasceno Assis si appella alla fede, ricordando come i credenti, “discepoli missionari di Gesù, abbiano sempre una ferma speranza in un intervento straordinario di Dio, che contraddica tutte le logiche mediche o terapeutiche”. (A cura di Isabella Piro)







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