Turchia: scontri tra governativi e ribelli curdi, almeno 30 vittime
E' salito ad una trentina di morti il bilancio degli scontri tra forze di sicurezza
turche e ribelli curdi nel sudest della Turchia: uccisi 9 tra poliziotti e militari
e una ventina di militanti del Partito dei lavoratori del Kurdistan. Il servizio è
di Salvatore Sabatino:
Tutto è iniziato
con l’attacco di un gruppo di ribelli ad un complesso della polizia; attacco, di certo
pianificato da tempo, perché condotto con mitragliatrici e razzi. Inevitabile la reazione
di polizia e soldati, che hanno ingaggiato violenti scontri; alla fine è stata una
carneficina, con una trentina di morti, tra i quali si conterebbero anche alcuni civili.
Uno stillicidio di vittime che continua da settimane e che ripropone quello dell’autonomia
curda, come uno dei maggiori problemi del Paese anatolico; una vera spina nel fianco
del premier Erdogan. Ne abbiamo parlato con il giornalista turco Dundar Kesapli:
R. - E’ un problema che purtroppo va avanti da anni senza risoluzione ma bisogna
specificare e sottolineare una cosa: non si tratta di un problema curdo, ma di estremismo
curdo; sono gli estremisti che stanno facendo un gioco politico contro il governo
turco. La maggior parte delle popolazioni che vivono nel sud-est della Turchia sono
di origine curda e quando gli estremisti del Pkk fanno attentati contro i civili,
uccidono persone della loro stessa etnia.
D. – Quanto la tragedia siriana
che si sta consumando alle porte della Turchia può rinfocolare ulteriormente le tensioni
interne nel Paese sul fronte curdo?
R. – Tutto è possibile perché purtroppo
fra Siria e Turchia ci sono sempre stati momenti di tensione. La Siria è un Paese
dove molti estremisti del Pkk facevano addestramento; quindi, dietro tutto questo
potrebbe esserci la mano dei siriani.