Pakistan: arrestato l’imam che ha accusato la piccola cristiana Rimsha di blasfemia
''Un grande successo'' così Paul Bhatti, consigliere speciale per il ministro pakistano
per l'Armonia Nazionale sull'arresto dell'imam che ha accusato la tredicenne cristiana
Rimsha Masih di aver bruciato pagine di un libro sacro, in carcere dal 16 agosto con
l’accusa di blasfemia. Intanto salta questa volta per un improvviso sciopero degli
avvocati l’udienza prevista per oggi per la libertà dietro cauzione. Maurizio Salvi
Sulle condizioni
di salute della piccola Rimsha abbiamo il cattolico pachistano prof. Mobeen Shahid,
fondatore “dell’Associazione Pakistani Cristiani in Italia” che sta seguendo direttamente
la vicenda. D. – Rimsha è
in carcere dal 16 agosto. Quali sono le sue condizioni?
R. – Speriamo che possa
essere al più presto liberata. Parlando con l’avvocato Tahir Naveed Chaudry, ho saputo
che Rimsha sta molto male, stando lontana dai genitori, dal suo ambiente naturale,
normale, dove quotidianamente vive con le sue abitudini. Rimsha, che è una bambina
– teniamo presente – tredicenne, con disabilità mentale, comincia a stare molto male,
dopo oltre due settimane di prigione.
D. – A Mehrabadi, il villaggio di Rimsha,
molte famiglie cristiane sono fuggite. Qual è la situazione?
R. – Questi cristiani,
600 cristiani, che sono fuggiti dal quartiere di Rimsha, non si fidano, nonostante
le rassicurazioni, non sapendo quando il vicino potrà diventare un omicida. Hanno
visto come la polizia locale non sia riuscita a bloccare le folle che hanno dato fuoco
ad interi villaggi. E tenendo presente che i cristiani sono una minoranza anche in
questa città e che a coloro che volevano continuare a vivere in quella zona, i negozianti,
che vendevano generi di prima necessità, si sono rifiutati di vendere il cibo, come
possono pensare di tornare questi 600 cristiani? Quando nello stesso quartiere anche
i commercianti si rifiutano di vendere generi di prima necessità ai cristiani, solo
perché la loro fede è diversa.
D. – Lei conosce personalmente Paul Bhatti,
il consigliere del ministro per l’armonia. Lui ha parlato di strumentalizzazioni della
vicenda. A cosa si riferisce?
R. – Conosco molto bene Paul e con il fratello
Shahbaz ho lavorato per venti anni. E’ successo un fatto vergognoso. Su Internet girano
campagne che richiedono soldi a nome del padre di Rimsha. Sono campagne false. Questi
tipi di iniziative sono delle truffe, invitiamo a fare molta attenzione. L’unica campagna,
che non chiede soldi, ma chiede adesioni, è “Salviamo Rimsha Masih” dell’Associazione
dei pakistani cristiani in Italia e che sta avendo un grande successo in tutit i continenti
ad esempio si sono iscritti 100 parlamentari italiani, alcuni vescovi e donne musulmane
degli Emirati Arabi. Questa campagna servirà per fare un appello al presidente della
Repubblica del Pakistan, per chiedere la liberazione di Rimsha, in quanto bambina
innocente.
D. – Drammaticamente dal Pakistan in questi giorni giunge una cronaca
fatta di violenze e uccisioni nei confronti dei cristiani bambini e adulti. Qual è
la situazione?
R. – Le minoranze religiose in Pakistan sono perseguitate, quindi
i cristiani in Pakistan sono perseguitati. La condizione dei pakistani cristiani,
delle minoranze religiose, è peggiorata da quando è stato ucciso Shahbaz Bhatti, ministro
federale per le minoranze, che in tutte le occasioni in cui si verificava una grande
discriminazione nei confronti delle minoranze, andava sul posto per la loro difesa
e seguiva lo sviluppo di ogni dettaglio. Ora, l’anno scorso ci sono stati quasi mille
casi di conversioni forzate e di omicidi, mentre quest’anno sono quasi duemila. Il
fratello di Shahbaz, assieme al ministro Akram Masih Gill, stanno facendo di tutto,
ma non riescono in quanto il Pakistan oggi è vittima dell’estremismo, in nome della
religione. In realtà, l’estremismo non è legato a nessuna religione, perché è un fenomeno
trasversale.
D. – In Pakistan sconta l’ergastolo anche Asia Bibi, la donna
cristiana madre di cinque figli, arrestata nel 2010, con l’accusa di blasfemia. Oggi
quasi nessuno più ne parla... R. – Anche Asia Bibi, che era una donna matura, dopo
tutto quel tempo di isolamento in una cella, quasi due anni, sta molto male. Teniamo
presente che Asia Bibi è stata accusata dalla prima Corte del suo Paese e l’appello
è stato fatto dall’Alta Corte di Lahore. Si spera sempre che ci possa essere un’udienza,
ma a causa della mancata sicurezza, finora non è stata mai ricevuta. Asia Bibi è ancora
nella cella d’isolamento e aspetta di essere sentita dall’Alta Corte di Lahore.