Hanoi: famiglie vietnamite in pellegrinaggio per la libertà di 17 cristiani imprigionati
Un "viaggio" simbolo di "libertà", per chiedere al governo di rilasciare un gruppo
di prigionieri rinchiusi per reati di coscienza e per la fede professata, il cristianesimo.
È l'iniziativa lanciata nei giorni scorsi da un gruppo di parenti e amici di 17 fra
cattolici e protestanti, da oltre un anno in prigione per crimini legati al pensiero
e all'opinione. Le autorità vietnamite - riferisce l'agenzia AsiaNews - hanno represso
con violenza la marcia pacifica. Tuttavia, questa manifestazione simbolica del dissenso
è divenuta anche occasione per un pellegrinaggio in luoghi sacri, monasteri e luoghi
di culto da tempo vittime della repressione del governo comunista di Hanoi, fra cui
i fedeli della parrocchia di Thai Ha nella capitale. Dal 24 al 28 agosto almeno 30
famiglie cristiane, parenti di attivisti e intellettuali sotto processo, hanno compiuto
questa sorta di pellegrinaggio con destinazione Hanoi. I familiari hanno sfilato per
le vie della capitale brandendo cartelli con scritto "Le autorità vietnamite rilascino
giovani innocenti", oppure "Il mio ragazzo è innocente" e ancora "Mio fratello è innocente".
Per oltre un anno essi hanno lanciato appelli e petizioni al governo centrale, chiedendo
di liberare persone incarcerate per la fede professata o le idee espresse. In risposta,
le autorità hanno represso con la violenza queste dimostrazioni pacifiche arrestando
i familiari; le forze di sicurezza hanno ammassato la gente a bordo di bus, rispedendoli
senza troppi riguardi nelle zone di origine. Il governo ha inoltre rispedito al mittente
le petizioni e hanno impedito una denuncia formale della vicenda al tribunale. Tuttavia,
la quattro giorni di marcia in direzione di Hanoi è stata anche occasione per compiere
un pellegrinaggio speciale in alcuni luoghi simbolo della fede e delle libertà personali,
fra cui quella religiosa, troppo spesso negate dal governo comunista al potere. Durante
il cammino, le famiglie hanno visitato il monastero cistercense di Chau Son, già distrutto
dalle autorità comuniste - la comunità fuggita - e ora in fase di restauro. Esse hanno
anche sostato per offerte e preghiere alla parrocchia di Thai Ha ad Hanoi, da tempo
nel mirino delle autorità centrali. Il 28 agosto vi è stata l'adorazione eucaristica
al santuario di Trai Gao, nella diocesi di Vinh, a cui è seguita la celebrazione della
messa, con una preghiera speciale per i 17 cristiani tuttora in carcere. "I vostri
figli e fratelli sono buoni cattolici e buoni cittadini - ha sottolineato padre Anthony
durante l'omelia - in un periodo speciale della società vietnamita. Il governo non
potrà comportarsi per sempre in questo modo". Infine, nei giorni scorsi almeno una
dozzina di Organizzazioni non governative ha inviato una richiesta al governo, per
il rilascio immediato dei cristiani incarcerati. (R.P.)