2012-09-03 15:23:25

Cipro. A Nicosia l'Incontro della Ccee sulla coesione sociale in Europa


“L’impegno della Chiesa nella promozione della coesione sociale in Europa”: se ne parlerà da oggi per tre giorni a Nicosia. L’incontro, promosso dalla Commissione delle Conferenze episcopali d’Europa (Ccee), è stato organizzato dal governo di Cipro, presidente di turno dell’Unione Europea. Presenti una trentina di vescovi, delegati per le questioni sociali ed esperti di economia e diritto. Roberta Gisotti ha intervistato il prof. Vincenzo Buonomo, decano della Facoltà di Diritto civile alla Pontificia Università Lateranense:RealAudioMP3

D. – Professor Buonomo, quale può essere la politica della coesione sociale in Europa di fronte alla crisi economica, alle spinte centripete e perfino al paventato rigetto della moneta unica?

R. – In questo momento, l’Europa discute sul suo futuro con una strategia per la coesione sociale chiamata “Strategia 2020”, nella quale individua alcuni punti fondamentali che sono sempre legati alle questioni economiche o all’integrazione economica del continente. Ciò che si rileva in un momento di crisi dell’economia è proprio l’assenza o la carenza di una riflessione sui temi etici, sui cosiddetti valori che debbono sostenere l’integrazione. Se l’attività economica per l’Unione Europea ha il primo posto in base ai Trattati istitutivi, certamente questa attività non può dimenticare che la persona è inserita in un contesto sociale nel quale prevalgono poi situazioni di ordine etico, situazioni di ordine culturale e anche situazioni di ordine religioso che invece si vedono escluse da questo tipo di approccio. Di fronte ad una crisi che ormai interessa quasi tutti i Paesi europei, certamente c’è da pensare se la crisi sia soltanto determinata da fattori tecnicamente definiti come finanza, spread o divario tra economie e se non sia anche un problema di crisi di valori essenziali che sono alla base del vivere della persona e del suo inserimento nel contesto sociale.

D. – Quindi, la Chiesa potrà giocare un ruolo importante per ricreare coesione sociale?

R. – Qui, c’è una prospettiva che, attraverso le riflessioni dei vari episcopati, sta venendo fuori: quella di aprire la Chiesa a essere un soggetto protagonista attraverso le sue associazioni, attraverso le sue forze, ma protagonista della strategia di coesione sociale non soltanto supplente di fronte alla carenza che c’è da parte delle istituzioni, sia nazionali sia europee.

D. – Da questo incontro, si aspetta un documento finale?

R. – Questo incontro dovrà elaborare alcune linee che serviranno a guidare i diversi episcopati nazionali ma soprattutto l’episcopato europeo in quanto tale, perché possa essere di spinta e propulsore di idee per concorrere a quella vera integrazione. E’ interessante questo riferimento alle radici dell’integrazione: la Dichiarazione di Schuman del 1950 individuava nella solidarietà e nella sussidiarietà i due elementi portanti di questa coesione sociale. Oggi, recuperarne le radici significa appunto riprendere anche le radici dell’integrazione europea.







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