107 morti in Siria ieri: scontri e eccidi in diverse parti del Paese
Solo ieri in Siria sono morte 107 persone e intanto il mese di agosto appena concluso
si evidenzia come il più sanguinoso dall’inizio del conflitto tra ribelli e forze
fedeli al presidente Assad. Secondo l’osservatorio siriano per i diritti umani, da
marzo 2011 sono morte oltre 26.000 persone, di cui 18.000 civili. Il punto della situazione
sul terreno nel servizio di Fausta Speranza:
Scontri e massacri sono
segnalati in diverse parti del Paese: a partire dalla periferia di Damasco, in particolare
nei sobborghi di Hazza ed Erbeen. Nel villaggio di Al-Fan, nella provincia di Hama,
è stata sterminata un’intera famiglia. Purtroppo morti si contano anche nelle zone
da tempo calde di Daraa, Idlib, Homs e Aleppo. In tutto questo l’impegno umanitario
è sempre più difficile: Rosette Héchaimé, coordinatrice della Caritas del Medio
Oriente:
R: - E’
molto difficile trovare gli aiuti alimentari o di prima necessità, che si vorrebbe
poter fare arrivare alla gente. La prima necessità è quella alimentare, poi quali
altre sono più urgenti? Soprattutto quella alimentare ma adesso cominciano a mancare
anche i prodotti igienici. Quando ci sono questi conflitti e le persone si spostano
da una parte all’altra, le condizioni di vita nelle quali vivono non sono sempre le
migliori. Bisogna provvedere ad un minimo di cose che garantiscano standard sanitari
sufficienti.
Resta da dire che i ribelli siriani assediano Harem, città
a soli due km dal confine con la Turchia, crocevia strategico verso il nord. Ma stando
alle testimonianze di giornalisti, gli abitanti hanno preso le armi e combattono a
fianco delle forze regolari.