"Ratzinger Schülerkreis". Intervista con il presidente degli ex allievi, padre Stephan
Horn
Prima del termine dell'incontro, la collega della redazione tedesca, Gudrun Sailer,
ha avvicinato il religioso salvatoriano, padre Stephan Horn, presidente dell'Associazione
degli ex allievi di Benedetto XVI, e gli ha chiesto un bilancio sull'edizione 2012
del "Ratzinger Schülerkreis":
R. – Noi tutti
abbiamo l’impressione che questo incontro sia stato uno dei migliori. Avevamo già
meditato il tema, dentro di noi, prima dell’incontro con il Santo Padre, e abbiamo
parlato delle nostre esperienze specialmente nell’incontro con i luterani in Germania.
Abbiamo l’impressione, dunque, che si siano fatti dei progressi e che si sia sviluppata
una maggiore amicizia. Non si tratta certo di grandi nuovi sviluppi, ma in molti sensi
di una grande vicinanza. Questa è pure l’idea che il Santo Padre ha sottolineato:
il dialogo, anche il dialogo della vita, è un vero progresso ecumenico. Non è utile
pensare solo a una definitiva unità, ma a compiere i passi che possiamo fare. E questo
dialogo è davvero molto necessario e utile.
D. – Sono state avanzate, anche
da parte degli ex alunni, delle idee concrete per la ricorrenza della riforma fra
cinque anni, nel 2017. Quali sono queste idee?
R. – E’ stata sviluppata l’idea
di un “mea culpa” di ambedue le parti. Il Santo Padre ha sempre avuto l’idea che fosse
necessario la purificazione della memoria. E’ un tema che ha sviluppato da tempo.
Naturalmente, i fatti storici non possono essere cancellati, però la differenza sta
nel come si vedono queste cose: cancellare il veleno di questi conflitti è un vero
risanamento. Questo aiuta molto per una maggiore vicinanza nel futuro. Forse, però,
non è utile organizzare solo un grande evento: compiere queste cose nella vita quotidiana
dei cristiani sembra essere di grande aiuto.
D. – Il Santo Padre, all’inizio
di ogni incontro con i suoi ex alunni, ha l’abitudine di fare un riassunto deell'anno
trascorso attraverso gli argomenti che gli stanno particolarmente a cuore. Ogni anno
parla molto, e molto volentieri, dei viaggi che ha compiuto in quell’anno, ma non
solo. Che cosa ha colpito specialmente il Santo Padre in quest’anno?
R. – Quest’anno,
è stato colpito specialmente dalla gioia della fede trovata nel Benin, come anche
in Messico, mentre a Cuba, forse, la società non può mostrare così liberamente i sentimenti
del proprio cuore. Questa gioia della fede procura sempre grande gioia al Santo Padre.
Anche l’incontro con le famiglie a Milano gli ha procurato grande gioia.
D.
– E’ il 36.mo incontro di questo circolo di ex alunni di Joseph Ratzinger. Vi uniscono
decenni di conoscenza reciproca: siete maturati insieme, anche a livello accademico,
si può dire, e vi unisce un’amicizia profonda. Il Santo Padre ha menzionato anche
davanti a voi - gli ex alunni, gli amici - gli avvenimenti tristi legati a Vatileaks?
R.
– Lui ha parlato anche di queste cose con grande serenità interna e rimane saldo nel
suo ministero: non è fragile, ma lavora normalmente.