Il vescovo di Trento: tutelare l'ambiente è un dovere di coscienza per tutti
Ieri in occasione della VII Giornata per la Salvaguardia del Creato, si è svolto a
Pian di Cansiglio in provincia di Belluno, un incontro ecumenico che ha coinvolto
rappresentati religiosi del mondo cristiano del Trentino, del Friuli e del Veneto
e della Lombardia. Ma in che modo i credenti possono contribuire concretamente a proteggere
la terra? Marina Tomarro lo ha chiesto a mons. Luigi Bressan arcivescovo
di Trento presente all’ iniziativa.
R. – C’è una
responsabilità, direi, in senso negativo, di non offendere noi stessi, quello che
è a beneficio di tutti; avere, dunque, quella coscienza, e, quindi, riparare eventualmente
il male fatto da noi. Però, anche un atteggiamento positivo, perché quello è il cristianesimo.
Cosa possiamo fare, dunque, per migliorare l’ambiente? Far sì che si prenda coscienza,
certamente, azioni, spingere i politici, iniziando anche da noi stessi. Il rispetto
dunque negli stili di vita, negli acquisti, possibilmente a km zero - trovo orrenda
la nostra natura, il nostro ambiente – e la stessa raccolta differenziata, che è una
responsabilità etica, non solo una responsabilità civica. Poi azioni congiunte, come
queste azioni di sensibilizzazione della Giornata.
D. – Sanare le ferite del
Creato è anche sanare le ferite del cuore dell’uomo?
R. – Certamente. Deve
partire da un atteggiamento umano, dall’atteggiamento dell’uomo, che sa essere più
sereno, meno egoista. Quindi, nasce dall’atteggiamento dell’uomo. L’umanità non è
anonima: l’umanità è fatta di tante persone che si assumono le proprie responsabilità.
E
nel Trentino tante sono le iniziative in cui si cerca di rispettare e proteggere l’antica
alleanza tra l’uomo e l’ambiente. Una di queste è "Greenway". Di cosa si tratta? Lo
spiega Marino Simoni, presidente del Consorzio dei comuni trentini:
R.
– Greenway viene da una filosofia, che ha messo come punto principale l’"oil free
zone". Noi vogliamo creare, cioè, un’area, una zona che sia libera dagli oli combustibili.
Li raggiungiamo attraverso una produzione idroelettrica, che ha già dato risposte
importantissime a questo territorio. Noi siamo autosufficienti ed esportiamo tantissima
energia idroelettrica, ma vogliamo valorizzare anche la filiera del legno, non solo
dal punto di vista della sua produttività e remunerazione - per quello che è il legno
di qualità - ma anche per tutti gli scarti del legno, individuando nella biomassa
una delle altre opportunità energetiche. E inoltre, valorizzando la filiera lattiero-casearia,
che è un altro degli elementi importanti che lega la montagna alla vita del quotidiano,
e ancora utilizzandola sulla filiera dei servizi, in particolare dei trasporti pubblici,
dove vogliamo raggiungere l’obiettivo che tutti i trasporti pubblici siano o elettrici,
originati, pertanto sostenuti, dalle nostre fonti energetiche idroelettriche, oppure
da biometano. Siamo su una strada che vogliamo sia verde, sempre più verde, per i
nostri concittadini e per i nostri ospiti.