2012-08-31 13:13:39

Pakistan: prolungata la custodia di Rimsha Masih. Attesa per il verdetto sulla cauzione


I giudici del tribunale di Islamabad hanno prolungano i termini di custodia cautelare in carcere a carico di Rimsha Masih, la bambina cristiana affetta da problemi mentali, accusata di blasfemia per aver oltraggiato alcune pagine contenenti versetti del Corano. Questa mattina la giovane è comparsa a sorpresa in aula, alla scadenza naturale dei 14 giorni di carcerazione preventiva in attesa della chiusura delle indagini sulla vicenda da parte degli inquirenti. Il magistrato ha esteso per altri 14 giorni il provvedimento, per dare modo - questa la spiegazione tecnica - alla polizia di presentare il fascicolo completo fra due settimane. Domani però lo stesso tribunale dovrà decidere sulla richiesta di scarcerazione avanzata dai legali della cristiana, che promettono battaglia; gli avvocati anticipano infatti che, se non verrà disposta la libertà provvisoria su cauzione, essi ricorreranno all'Alta Corte. Rimsha Masih è accusata in base alla "legge nera" per aver bruciato alcune pagine con impressi versi del Corano. Per il codice rischia fino all'ergastolo e si temono ritorsioni di elementi vicini al fondamentalismo talebano, che più volte hanno assassinato in via extra-giudiziale persone incriminate per blasfemia. I giudici dovevano decidere se concedere la scarcerazione, dopo che una Commissione medica indicata dal tribunale nei giorni scorsi ha stabilito che la ragazzina ha meno di 14 anni e dimostra un'età mentale inferiore a quella stabilita dall'anagrafe. Non vi sono invece particolari indicazioni circa la natura della disabilità mentale che la affliggerebbe. Una versione contestata dagli islamisti, che chiedono un regolare processo e la conseguente punizione. Interpellato dall'agenzia AsiaNews sulla decisione dei giudici di prolungare la carcerazione preventiva, il vescovo di Islamabad-Rawalpindi mons. Rufin Anthony sottolinea che "è triste vedere la bambina ancora dietro le sbarre". Il prelato aggiunge che le organizzazioni umanitarie hanno promosso "uno sforzo enorme" per la sua causa, e "noi siamo con loro. Siamo preoccupati per la salute di Rimsha e la sua sicurezza". Per i rappresentanti di All Pakistan Minorities Alliance (Apma), movimento fondato dal ministro Shahbaz Bhatti, massacrato dagli estremisti islamici, il verdetto di oggi è "una procedura consueta" del tribunale e aggiungono: "l'obiettivo è l'udienza di domani". Anche Haroon Barkat Masih, presidente di Life for All e Masihi Foundation, e Mehboob Alam di Ephlal Development Foundation criticano con forza la scelta dei giudici. Dal canto suo il direttore delle Pontificie Opere Missionarie in Pakistan, padre Mario Rodriguez ha messo in guardia che “se Rimsha diventa un simbolo, per la sua liberazione tutto sarà più difficile. Oggi e domani pregheremo in tutte le chiese per lei e per la sua famiglia”. Padre Rodrigues afferma di essere fiducioso per la sua liberazione e perché sia fatta giustizia. "Siamo felici per l’appoggio ricevuto da leader musulmani - ha detto - che si sono espressi pubblicamente in favore di Rimsha. Credo che nell’opinione pubblica qualcosa stia cambiando, anche a proposito della legge sulla blasfemia, che da anni noi critichiamo”. (R.P.)







All the contents on this site are copyrighted ©.