Merkel a Pechino firma contratti e incassa un tiepido sostegno per l’euro
La seconda visita di Angela Merkel a Pechino in meno di 6 mesi è stata segnata da
un gran numero di contratti commerciali siglati e dal presunto appoggio cinese alla
politica europea degli Eurobond come strumento per uscire dalla crisi. Tuttavia, i
giornali cinesi riportano le "preoccupazioni" espresse dal premier comunista Wen Jiabao
alla Cancelliera: Wen ha detto che il suo Paese "potrebbe" acquistare debito pubblico
europeo "se le condizioni non saranno troppo rischiose". La leader tedesca - riferisce
l'agenzia AsiaNews - è arrivata ieri a Pechino. Qui ha incontrato il primo ministro,
il presidente Hu Jintao e il futuro leader Xi Jinping, che nel corso del Congresso
comunista di ottobre dovrebbe essere incoronato come prossimo presidente della Cina
popolare. Insieme a lei una delegazione nutrita di uomini di affari e ministri, che
si sono confrontati con le controparti cinesi. Al centro dei colloqui, secondo i comunicati
ufficiali, vi è stata la discussione della crisi dell'Eurozona e del conflitto in
Siria. Merkel si è detta "convinta" dell'appoggio cinese e ha ribadito a margine dell'incontro
con Wen che "c'è assoluta volontà politica di rafforzare l'euro". Da parte sua, il
premier cinese ha dichiarato: "La Cina è disposta a continuare ad investire in titoli
di Stato europei dopo una piena valutazione dei rischi. Pechino punta a migliorare
la comunicazione e le consultazioni con Ue, Bce e Paesi membri per sostenere l'economia
europea e aiutarla a superare la difficoltà". Tuttavia non si è trattato solo di politica:
durante l'incontro delle due delegazioni sono stati firmati 13 accordi di cooperazione
in diversi settori. Airbus ha siglato con la Cina un contratto da 3,5 miliardi di
dollari per 50 aerei commerciali, mentre la Merkel ha chiarito che la polemica dei
dazi sulle importazioni cinesi "va risolta con il dialogo e non con le Corti internazionali".
A luglio la tedesca SolarWorld e altri produttori europei di pannelli solari hanno
presentato un reclamo a Bruxelles per ottenere dazi sul'importazione di pannelli solari
di fabbricazione cinese. La Commissione ha 45 giorni di tempo per decidere se avviare
una indagine. Le esportazioni cinesi di prodotti solari sono state pari a 35,8 miliardi
di dollari nel 2011: di queste oltre il 60% sono dirette verso l'Unione Europea. (R.P.)