La benedizione del Papa sul Genfest 2012: migliaia di giovani dei Focolari a Budapest
per la fraternità universale
Da ieri sera e fino a domani Budapest diventa "capitale" dell’unità. La città ungherese
ospita infatti il Genfest, raduno mondiale dei giovani del Movimento dei Focolari,
fondato da Chiara Lubich scomparsa nel 2008. Questa è la decima edizione, sostenuta
dall’apporto di 3.000 volontari e 600 tra attori, tecnici e staff, e s’intitola "Let’s
Bridge", per esprimere l’impegno dei partecipanti a costruire ponti fra culture e
popoli diversi perché il prezioso valore della fraternità diventi universale.
In
un messaggio a firma del cardinale segretario di Stato Vaticano Tarcisio Bertone,
indirizzato alla presidente del Movimento dei Focolari Maria Voce, il Papa imparte
la sua Benedizione Apostolica a tutti i partecipanti. Benedetto XVI osserva che la
città stessa è un simbolo eloquente delle aspirazioni che portano così tanti giovani
a riunirsi per l’evento dal titolo Let’s Bridge. “I numerosi ponti che attraversano
il Danubio, che collegano gli insediamenti precedenti di Buda e Pest e ne fanno un’unica
unità , - osserva il Santo Padre - sono stati distrutti durante la Seconda Guerra
Mondiale. Eppure, dalle ceneri di quel terribile conflitto è nata la determinazione
di costruire la pace su fondamenti duraturi, una determinazione che sarebbe stata
l’inspirazione alla base della fondazione del Movimento dei Focolari.
“Auspico
– si legge nel messaggio - che questa bellissima città sia un segno di speranza per
ispirare tutti i giovani presenti a offrire la mano dell’amicizia a quelli che provengono
da altri contesti e culture, “così da dare forma alla città terrenanell’unità
e nella pace, rendendola in qualche misura un’anticipazione e una prefigurazione
della città indivisa di Dio”. Il servizio di Gabriella Ceraso:
Sono più di
12 mila i giovani arrivati a Budapest da 150 Paesi del mondo – inclusi Madagascar,
Medio Oriente, Corea e Argentina – e si sono preparati da più di un anno a vivere
questo momento. Chiara viene da Roma:
"Per noi il Genfest è iniziato
prima, perché è stata più la preparazione che ci ha visto impegnati con tantissime
iniziative a livello locale, nel creare più legami possibili tra culture e religioni
diverse".
Questi ragazzi hanno risparmiato per essere presenti anche per
aiutare chi, più povero, avrebbe avuto delle difficoltà. Letizia viene dal
Brasile:
"Da noi il costo del biglietto è il doppio o il triplo rispetto
che altrove, però anche le altre zone, principalmente quella europea, hanno dato il
loro contributo. Così anche per venire abbiamo sentito questo mondo unito che già
iniziava.
Iniziano così, con l’entusiasmo dei giovani, i tre giorni di
festa, di preghiera per la pace nel mondo, ma anche di impegno e di confronto su tematiche
economiche, politiche e sociali per dare – dicono gli stessi ragazzi – speranza al
mondo di oggi; la speranza che Chiara Lubich ha a loro affidato:
"Portare
tutto ciò che abbiamo dentro per costruire questo progetto comune, l’'Ut Omnes'".
La
metafora del “ponte in costruzione” – filo conduttore delle giornate – sarà illustrata
in ogni sua fase con coreografie, canzoni e testimonianze da tutto il mondo di giovani
che non si arrendono e che preferiscono il dialogo e l’amore, all’egoismo e all’indifferenza,
a partire da un principio molto semplice. Ancora, Chiara da Roma:
"Cercare
in tutti quelli che ci sono vicini il volto di Gesù, quindi 'amare tutti come noi
stessi'. Per questo, basta semplicemente un sorriso donandoci a chi ha veramente bisogno
di noi. Noi stessi abbiamo vissuto tantissime esperienze, come l’alluvione in Liguria
che ci ha spinto veramente a farci forza e a partire per aiutare chi aveva bisogno.
Già questo penso sia una fortissima testimonianza di fraternità".
Ieri
sera, il via ufficiale con il saluto delle autorità civili e religiose. Oggi, l’atteso
discorso di Maria Voce, presidente del Movimento dei Focolari dal 2008, e poi il lancio
del progetto “United World”, rete mondiale di giovani per dar vita a un Osservatorio
permanente sulla fraternità, con la richiesta alle istituzioni internazionali di un
impegno preciso a riguardo. Domani, infine, la Messa di chiusura in Piazza Santo Stefano,
celebrata dal cardinale arcivescovo di Esztergom-Budapest, Peter Erdö.