2012-08-31 14:32:18

Guerra ad Aleppo, decine di morti. Caritas del Medio Oriente: è emergenza alimentare


Ancora violenza in Siria. Ad Aleppo, un edificio dei servizi di sicurezza è stato attaccato dai ribelli mentre l’esercito di Assad ha bombardato postazioni degli insorti in diversi quartieri. Si parla di decine di morti. Dalla riunione dei ministri degli Esteri nel Consiglio di Sicurezza Onu emerge la necessità di ‘zone cuscinetto’, ma non c’è accordo sulla realizzazione. Francia e Gran Bretagna non escluderebbero un'azione militare per proteggerle, mentre l'ambasciatore russo presso l'Onu, Churkin, parla di possibile aggravamento della situazione. Secondo le Nazioni Unite, sono oltre un milione gli sfollati in Siria e oltre 200 mila i rifugiati nei Paesi vicini, di cui 160 mila in Giordania. E l’Unicef sottolinea che la metà sono bambini e adolescenti. Per giorni, parlare al telefono o scambiare email con la Caritas locale è stato impossibile. Solo questa mattina è stato ristabilito il contatto, come racconta, nell’intervista di Fausta Speranza, Rosette Héchaimé, coordinatrice della Caritas del Medio Oriente:RealAudioMP3

R. – Proprio stamattina sono riuscita, dopo aver provato per una settimana, a parlare con mons. Audo, il vescovo caldeo residente ad Aleppo e presidente di Caritas Siria. Ha potuto così dirmi che tutti i programmi che sono stati lanciati da alcuni mesi continuano, nonostante enormi difficoltà. E’ molto difficile trovare gli aiuti alimentari o di prima necessità, che si vorrebbe poter fare arrivare alla gente.

D. – La prima necessità è quella alimentare, poi quali altre sono più urgenti?

R. – Soprattutto quella alimentare ma adesso cominciano a mancare anche i prodotti igienici. Quando ci sono questi conflitti e le persone si spostano da una parte all’altra, le condizioni di vita nelle quali vivono non sono sempre le migliori. Bisogna provvedere ad un minimo di cose che garantiscano standard sanitari sufficienti.

D. – Che cosa dire delle condizioni in cui operano?

R. – Le condizioni in cui operano sono piuttosto difficili, perché i combattimenti perdurano. Si sa che non sono combattimenti che non durano 24 ore su 24 e che ci sono anche momenti di tregua, in cui la gente riesce a spostarsi, riesce a fare rifornimento, ma non è facile, perché i prodotti mancano ed è difficile trovare il necessario. Grazie a Dio, finora quello che si è voluto fare si è sempre riusciti a farlo, senza che succedesse niente a nessuno. Evidentemente, però, non è facile. La cosa sicura è che c’è uno smarrimento generale: i siriani non capiscono più cosa sta succedendo. Qualche giorno fa i vescovi di Aleppo si sono ritrovati proprio per fare un ennesimo appello al cessate il fuoco e per chiedere ai cristiani di non prendere le armi, di non usarle, sapendo che la Chiesa non prende posizione per una parte o per l’altra, ma che vuole la pace, la riconciliazione, la serenità per tutti.







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