Pakistan: nuovo rinvio per la sentenza Rimsha. La controparte contesta la perizia
medica
Il tribunale di Islamabad, dietro pressione dei leader religiosi presenti in aula,
ha aggiornato al 1° settembre il processo per blasfemia a carico di Rimsha Masih,
la ragazzina cristiana di circa 13 anni finita in carcere per aver bruciato pagine
del Corano. Il fronte islamista, attraverso un legale, ha infatti presentato un rapporto
che contesta i risultati della Commissione medica, che ha dichiarato minorenne e con
problemi mentali - non meglio specificati - la giovane. La tensione in aula era palpabile
- riferisce l'agenzia AsiaNews - e aumentano i timori per la sicurezza di Rimsha,
la cui vita appare ora sempre più in pericolo. Fonti interne al tribunale riferiscono
che domani i giudici esamineranno il rapporto presentato dal legale dei leader religiosi
musulmani; per loro Rimsha non ha meno di 14 anni e non è affetta da disturbi mentali,
quindi deve rispondere delle proprie azioni. Il primo settembre la decisione dei giudici,
in un'aula che - con molta probabilità - sarà blindata per ragioni di sicurezza. La
procedura vuole infatti che l'imputato sia presente al processo, al termine del periodo
di carcerazione preventiva, che scade proprio il 1° settembre. Tuttavia, emergono
sempre più forti i pericoli per la sicurezza di Rimsha Masih e non è escluso qualche
elemento fanatico o gruppi estremisti progettino di ucciderla. Rimsha Masih è accusata
in base alla "legge nera" per aver bruciato alcune pagine con impressi versi del Corano.
Per il codice rischia fino all'ergastolo e si temono ritorsioni di elementi vicini
al fondamentalismo talebano, che più volte hanno assassinato in via extra-giudiziale
persone incriminate per blasfemia. I giudici dovevano decidere se concedere la scarcerazione,
dopo che una Commissione medica indicata dal tribunale nei giorni scorsi ha stabilito
che la ragazzina ha meno di 14 anni e dimostra un'età mentale inferiore a quella stabilita
dall'anagrafe. Non vi sono invece particolari indicazioni circa la natura della disabilità
mentale che la affliggerebbe. Nel frattempo all'esterno del tribunale di Islamabad
gruppi cristiani e movimenti attivisti hanno manifestato per chiedere la liberazione
della ragazza. L'organizzazione Avaaz ha lanciato una campagna internazionale per
chiedere il rilascio di Rimsha Masih, divenuta suo malgrado un'icona come Asia Bibi
nella lotta contro la famigerata legge sulla blasfemia in Pakistan. Una cinquantina
di esponenti di Life for All hanno brandito cartelli con impressa la scritta: "Oltre
20mila persone al mondo chiedono libertà per Rimsha Masih". (R.P.)