La protesta nel Sulcis. I minatori non si arrendono in attesa del tavolo tecnico a
Roma
Caso Sulcis. Dopo la Uil e l’Ugl anche la Cisl esprime grande preoccupazione per la
condizione dei minatori sardi e invita Governo e istituzioni locali ad intervenire
per evitare che l'esasperazione dei lavoratori sfoci in un dramma collettivo''. Vicinanza
è stata espressa dal presidente della Repubblica Napolitano. Nessuno verrà lasciato
solo, dice il sottosegretario all’economia Vincenti, in attesa del confronto in programma
domani a Roma. Ma la tensione resta alta: ieri un lavoratore si è anche ferito ad
un braccio, in un gesto di autolesionismo. Molti minatori intanto sono risaliti lasciando
a 400 metri di profondità solo un piccolo presidio per un guasto all’areazione. .
Servizio di FrancescaSabatinelli:
Sono stanchi
e si dicono “pronti ad azioni eclatanti” . Uno di loro si è anche ferito al polso
durante l’incontro di oggi con i giornalisti, un gesto nervoso, a dimostrazione della
disperazione che aumenta. Tra i minatori occupanti sale la tensione, in attesa di
venerdì, giorno del tavolo tecnico a Roma tra Governo e regione per dare il via al
progetto di rilancio della miniera. Ora sono rimasti in cinque, a circa 400 metri
di profondità, mentre gli altri occupanti sono risaliti per lasciare spazio e aria
agli altri a causa di un guasto al sistema di aerazione della miniera. AntonellaPalermo ha raggiunto telefonicamente uno dei minatori che nelle ultime ore
è rimasto in miniera:
"In questo momento, noi stiamo portando avanti una
battaglia che non ha un colore politico, ma ha un colore: questa bandiera ha il colore
del pane. Noi dobbiamo realizzare questo sogno e far sì che tutta la società sana
italiana intervenga: il sogno è quello di portare in Sardegna una nuova tecnologia.
Purtroppo, i minatori sono molto deboli, non hanno grandi sponsor e non abbiamo grandi
lobby. Noi non rappresentiamo grandi lobby: noi rappresentiamo le famiglie e questo
sul piano politico in Italia conta poco".
I minatori hanno con loro dell’esplosivo,
ma non per questo dicono, possiamo essere equiparati a dei furfanti:
"E’
vero che abbiamo l’esplosivo, ma vogliamo mantenere una ragione, che è quella della
vita. Non possiamo pensare che in Italia ci sia qualcuno che possa mettere in difficoltà
le nostre mogli e i nostri figli. Non lo permetteremo. Non vogliamo perdere la ragione
di esistere. Politici, dateci una mano, fateci credere, non togliete la speranza ai
nostri figli, la speranza di andare a scuola, perché la mancanza dello stipendio vuol
dire abbassare anche il livello culturale dei nostri figli".
Accanto ai
minatori, per una notte, è sceso anche ClementeMurtas. Da trent’anni
lavora in miniera, oggi è capo di una squadra di operai:
"Ormai, sono anni
che aspettiamo che decolli questo progetto per la nuova classificazione per avere
un futuro soprattutto per i giovani. Il Sulcis è la zona d’Italia più povera. Ci sono
tantissimi giovani che sperano anche in questa realtà. E’ una delle poche possibilità
che abbiamo ancora in piedi. Vogliamo solo che venga attivato questo progetto che
il governo conosce già da anni. E’ un progetto che viene sfruttato anche in altri
Paesi come la Germania. Se non ci sono altre alternative, questa deve andare avanti,
altrimenti più di 400 persone rischiano di andare a casa per chissà quanto tempo.
Ci sono scadenze da rispettare. La regione che è proprietaria di questa miniera ha
dato la scadenza entro il 2012 per poter privatizzare questa azienda. Siccome poi
nessuno ha voluto comprare questa azienda a queste condizioni, ora si rischia di fare
un altro salto nel buio: che nessun compagnia prenda questa miniera. E a fine dicembre
cosa facciamo?".
Dall’assemblea del Consiglio regionale della Sardegna
stamattina è arrivata la solidarietà ai minatori. Una seduta lampo per approvare un
ordine del giorno che impegna la Giunta a sollecitare il governo italiano al rispetto
delle decisioni del parlamento, dando immediata attuazione alla legge 99 del 2009
che prevede di costituire nel Sulcis un polo tecnologico europeo dell'energia a impatto
zero. Ai minatori non è piaciuto quanto dichiarato dal sottosegretario De Vincenti,
che in una intervista ha definito insostenibile, per gli alti costi, la riconversione
della miniera per lo stoccaggio di anidride carbonica nel sottosuolo. La passione
che vive questo territorio è anche la passione della Chiesa, dice donRobertoSciolla, direttore della Caritas di Iglesias. AntonellaPalermo
gli ha chiesto perché non si voglia investire nel Sulcis:
"Le volontà politiche
non sono state sufficientemente avvedute, certamente non concordi. La regione dice
una cosa, lo Stato ne dice un’altra, la comunità europea un’altra ancora. Magari,
con una maggiore concordia a livello regionale e nazionale, alcuni esiti così nefasti
verrebbero scongiurati. Noi come Chiesa abbiamo creato un fondo di solidarietà e la
Caritas sta moltiplicando i centri di ascolto. Ma non possiamo certamente avere le
risorse per risolvere queste cose".