2012-08-29 15:15:34

La protesta nel Sulcis. I minatori non si arrendono in attesa del tavolo tecnico a Roma


Caso Sulcis. Dopo la Uil e l’Ugl anche la Cisl esprime grande preoccupazione per la condizione dei minatori sardi e invita Governo e istituzioni locali ad intervenire per evitare che l'esasperazione dei lavoratori sfoci in un dramma collettivo''. Vicinanza è stata espressa dal presidente della Repubblica Napolitano. Nessuno verrà lasciato solo, dice il sottosegretario all’economia Vincenti, in attesa del confronto in programma domani a Roma. Ma la tensione resta alta: ieri un lavoratore si è anche ferito ad un braccio, in un gesto di autolesionismo. Molti minatori intanto sono risaliti lasciando a 400 metri di profondità solo un piccolo presidio per un guasto all’areazione. . Servizio di Francesca Sabatinelli:RealAudioMP3

Sono stanchi e si dicono “pronti ad azioni eclatanti” . Uno di loro si è anche ferito al polso durante l’incontro di oggi con i giornalisti, un gesto nervoso, a dimostrazione della disperazione che aumenta. Tra i minatori occupanti sale la tensione, in attesa di venerdì, giorno del tavolo tecnico a Roma tra Governo e regione per dare il via al progetto di rilancio della miniera. Ora sono rimasti in cinque, a circa 400 metri di profondità, mentre gli altri occupanti sono risaliti per lasciare spazio e aria agli altri a causa di un guasto al sistema di aerazione della miniera. Antonella Palermo ha raggiunto telefonicamente uno dei minatori che nelle ultime ore è rimasto in miniera:

"In questo momento, noi stiamo portando avanti una battaglia che non ha un colore politico, ma ha un colore: questa bandiera ha il colore del pane. Noi dobbiamo realizzare questo sogno e far sì che tutta la società sana italiana intervenga: il sogno è quello di portare in Sardegna una nuova tecnologia. Purtroppo, i minatori sono molto deboli, non hanno grandi sponsor e non abbiamo grandi lobby. Noi non rappresentiamo grandi lobby: noi rappresentiamo le famiglie e questo sul piano politico in Italia conta poco".

I minatori hanno con loro dell’esplosivo, ma non per questo dicono, possiamo essere equiparati a dei furfanti:

"E’ vero che abbiamo l’esplosivo, ma vogliamo mantenere una ragione, che è quella della vita. Non possiamo pensare che in Italia ci sia qualcuno che possa mettere in difficoltà le nostre mogli e i nostri figli. Non lo permetteremo. Non vogliamo perdere la ragione di esistere. Politici, dateci una mano, fateci credere, non togliete la speranza ai nostri figli, la speranza di andare a scuola, perché la mancanza dello stipendio vuol dire abbassare anche il livello culturale dei nostri figli".

Accanto ai minatori, per una notte, è sceso anche Clemente Murtas. Da trent’anni lavora in miniera, oggi è capo di una squadra di operai:

"Ormai, sono anni che aspettiamo che decolli questo progetto per la nuova classificazione per avere un futuro soprattutto per i giovani. Il Sulcis è la zona d’Italia più povera. Ci sono tantissimi giovani che sperano anche in questa realtà. E’ una delle poche possibilità che abbiamo ancora in piedi. Vogliamo solo che venga attivato questo progetto che il governo conosce già da anni. E’ un progetto che viene sfruttato anche in altri Paesi come la Germania. Se non ci sono altre alternative, questa deve andare avanti, altrimenti più di 400 persone rischiano di andare a casa per chissà quanto tempo. Ci sono scadenze da rispettare. La regione che è proprietaria di questa miniera ha dato la scadenza entro il 2012 per poter privatizzare questa azienda. Siccome poi nessuno ha voluto comprare questa azienda a queste condizioni, ora si rischia di fare un altro salto nel buio: che nessun compagnia prenda questa miniera. E a fine dicembre cosa facciamo?".

Dall’assemblea del Consiglio regionale della Sardegna stamattina è arrivata la solidarietà ai minatori. Una seduta lampo per approvare un ordine del giorno che impegna la Giunta a sollecitare il governo italiano al rispetto delle decisioni del parlamento, dando immediata attuazione alla legge 99 del 2009 che prevede di costituire nel Sulcis un polo tecnologico europeo dell'energia a impatto zero. Ai minatori non è piaciuto quanto dichiarato dal sottosegretario De Vincenti, che in una intervista ha definito insostenibile, per gli alti costi, la riconversione della miniera per lo stoccaggio di anidride carbonica nel sottosuolo. La passione che vive questo territorio è anche la passione della Chiesa, dice don Roberto Sciolla, direttore della Caritas di Iglesias. Antonella Palermo gli ha chiesto perché non si voglia investire nel Sulcis:

"Le volontà politiche non sono state sufficientemente avvedute, certamente non concordi. La regione dice una cosa, lo Stato ne dice un’altra, la comunità europea un’altra ancora. Magari, con una maggiore concordia a livello regionale e nazionale, alcuni esiti così nefasti verrebbero scongiurati. Noi come Chiesa abbiamo creato un fondo di solidarietà e la Caritas sta moltiplicando i centri di ascolto. Ma non possiamo certamente avere le risorse per risolvere queste cose".







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