Amnesty: ancora 14 mila scomparsi durante il decennio delle guerre nei Balcani
Oltre 14.000 persone mancano all’appello nei paesi dell’ex Jugoslavia, quasi la metà
del totale degli scomparsi del decennio di guerre iniziato nel 1991. Lo ha denunciato
ieri un rapporto di Amnesty International, diffuso alla vigilia della Giornata internazionale
degli scomparsi, che si celebra ogni anno il 30 agosto. Tra il 1991 e il 2001, 34.700
persone scomparvero nei Balcani dopo essere state arrestate o catturate. La maggior
parte delle loro famiglie - riferisce l'agenzia Sir - aspetta ancora giustizia. “Per
loro, il capitolo delle sparizioni forzate non è chiuso e rimane una fonte quotidiana
di dolore. Attendono ancora di conoscere il destino dei loro cari, continuano a cercare
verità, giustizia e riparazione”, ha dichiarato Jezerca Tigani, vicedirettrice del
Programma Europa e Asia centrale di Amnesty International. Il rapporto di Amnesty
descrive casi di sparizione forzata in Croazia, Bosnia ed Erzegovina, ex Repubblica
jugoslava di Macedonia, Montenegro, Serbia e Kosovo. Tutti e sei i governi di questi
Paesi sono venuti meno all’obbligo legale internazionale di indagare e punire questi
reati. Alcuni responsabili, sottolinea Amnesty, sono stati sottoposti alla giustizia
del Tribunale Penale Internazionale per l’ex Jugoslavia, il cui mandato è però prossimo
alla fine. I tribunali nazionali agiscono con lentezza. “L’assenza di indagini e processi
per le sparizioni forzate e i rapimenti resta un problema grave in tutti i Balcani
- ha affermato Tigani -. Il principale ostacolo al contrasto dell’impunità e alla
consegna degli autori alla giustizia è la costante mancanza di volontà politica in
tutti e sei i Paesi”, ha affermato Tigani. Delle 6406 persone scomparse nella guerra
del 1991-1995 in Croazia, è stato possibile stabilire la sorte di 4084 di esse. Oltre
2300, 1735 delle quali di passaporto croato, risultano ancora scomparse. Nell’ultimo
biennio è stata chiarita la situazione di soli 215 scomparsi. Oltre 900 resti umani
devono essere ancora identificati. Su una popolazione di tre milioni e 400mila abitanti,
alla fine del conflitto della Bosnia ed Erzegovina erano scomparse 30.000 persone.
La sorte di almeno 10.500 di loro, in larga parte musulmani bosniaci, resta sconosciuta.
Le famiglie di oltre 7000 persone arbitrariamente uccise nel genocidio di Srebrenica
del 1995, sono ancora in attesa di giustizia e riparazione. Durante la guerra del
Kosovo del 1998-99 si registrarono 3600 scomparsi, oltre 3000 dei quali albanesi.
Le famiglie di almeno 1797 scomparsi kosovari e serbi aspettano ancora che i corpi
dei loro cari siano esumati, identificati e restituiti per la sepoltura. Anche quando
ciò avviene, pochi dei responsabili vengono portati di fronte alla giustizia. (R.P.)