Settimana Meic a Camaldoli: "La Chiesa viva il Concilio"
Un Meic che "ringiovisce", come ha sottolineato il presidente nazionale Carlo Cirotto,
è quello che ha aperto ieri a Camaldoli la sua tradizionale Settimana teologica. A
80 anni dalla sua fondazione, il movimento degli intellettuali cattolici si ritrova
ancora una volta nel Monastero dove i suoi primi soci, nel 1943, elaborarono l'omonimo
"Codice", e stavolta lo fa per discutere di politica, lavoro, famiglia, i grandi temi
dell'impegno civile ed ecclesiale dei cattolici, alla luce degli insegnamenti del
Concilio, che compie quest'anno mezzo secolo ma i cui contenuti sono ancora da riscoprire.
"Il Meic ringiovanisce e lo testimonia la vitalità dei suoi gruppi locali", sottolinea
Cirotto, guardando anche ai numeri di questa Settimana: sono saliti in 150 da tutta
Italia a Camaldoli, mettendo a dura prova la proverbiale ospitalità monastica, con
il tutto esaurito in foresteria. "Ringiovanire è, per noi come per la Chiesa, progettare
un futuro all’altezza dei tempi", continua il presidente, che introducendo i lavori
della Settimana ha messo l'accento sulla parola "responsabilità". "La scorsa settimana
Benedeto XVI ha raccomandato al Forum internazionale dell'Azione cattolica di 'lavorare
per essere sempre più laboratorio di globalizzazione della solidarietà e della carità
per crescere con tutta la Chiesa nella corresponsabilità di offrire un futuro di speranza
all’umanità, avendo il coraggio anche di formulare proposte esigenti'. Noi del Meic,
vitalmente inserito nell’Azione cattolica, ci sentiamo interpellati dal Papa e leggiamo
nelle sue parole la conferma che il nostro impegno sta a pieno titolo nel percorso
che la Chiesa-comunità di fede sta compiendo". Un percorso, precisa l'assistente nazionale
don Cataldo Zuccaro, che è quello di una comunità fondata sul discernimento. "Viviamo
un tempo diviso fra due estremi: quello di chi ha la presunzione di leggere le articolazioni
della politica esclusivamente dentro la fede, come se la salvezza prescindesse dalla
storia, e quello di chi predica un'autonomia assoluta, pensando a una storia già salvata,
che non ha bisogno di Dio. Il Concilio, e noi vogliamo lavorare in questa direzione,
ci indica una via più complicata, quella della mediazione, ma che è la via che tra
una salvezza senza storia e una storia già salvata sceglie la storia della salvezza".
E su questo tema si è occupato ieri mattina il primo relatore della Settimana, il
teologo don Pino Ruggieri, che ha concluso il dibattito tra i partecipanti rispondendo
a una domanda sulla necessità di un nuovo Concilio: "C'è n'è davvero bisogno? A me
pare più urgente il bisogno di una Chiesa conciliare, a partire dai gruppi e dalle
parrocchie fin su alle diocesi e alle gerarchie. L'essenziale è che la Chiesa viva
il Concilio, fino al giorno in cui, prima o poi, i vescovi verranno di nuovo chiamati
a convenire da ogni parte del pianeta, magari secondo modalità inedite, come è sempre
stato nella storia della Chiesa". La Settimana prosegue oggi affrontando il tema dell'impegno
dei cristiani nell'amministrazione del bene comune: a confrontarsi saranno il ministro
della Salute Renato Balduzzi, già presidente del Meic, e Federico Manzoni, giovane
consigliere comunale a Brescia. (R.P.)