Perù: per la mediazione della Chiesa nuovi spiragli per la soluzione del conflitto
minerario
In Perù si sta aprendo “uno scenario di riconciliazione”, dopo la repressione delle
proteste violente del luglio scorso contro i progetti minerari nei dipartimenti di
Cusco e Cajamarca e dopo l’annuncio del loro temporaneo rinvio. Ad affermarlo sono
mons. Héctor Miguel Cabrejos Vidarte, arcivescovo di Trujillo e presidente emerito
della Conferenza episcopale peruviana, e il sacerdote Gaston Garatea, chiamati dal
Governo peruviano e dalle aziende minerarie a mediare nel conflitto scoppiato nei
mesi scorsi. In questo nuovo processo, sottolineano in una dichiarazione ripresa dall’Osservatore
Romano i due esponenti della Chiesa peruviana, “il Governo centrale, quello regionale
e la società mineraria devono ripristinare un dialogo sincero al fine di affrontare
le questioni ancora irrisolte alla radice”. Secondo mons. Cabrejos e padre Garatea
tale processo ”dovrebbe contribuire a sensibilizzare la società mineraria sulle proprie
responsabilità e lo Stato sul suo ruolo indispensabile di supervisore del lavoro di
queste aziende”. Sul tappeto – affermano - ci sono il diritto a un lavoro equo e giustamente
retribuito e le “sofferenze della popolazione, di intere famiglie, di madri, di padri,
di anziani, di piccoli”. Il progetto di Conga per l’estrazione di oro e rame nel nord
del Perú - con un investimento previsto di 4,8 miliardi di dollari — ha incontrato
una dura opposizione da parte della popolazione di Cajamarca per i danni all’ambiente
e l’inquinamento che subirebbero le falde acquifere. “Guarire le ferite è un compito
essenziale al fine di creare un clima di fiducia e comprensione che permetta, in un
prossimo futuro, di poter parlare davvero di benessere e progresso”, sottolineano
i due mediatori della Chiesa facendo notare che “la popolazione di Cajamarca vuole
vivere in armonia sociale, partecipare alla discussione del suo modello di sviluppo
e guarda con interesse il dibattito inerente agli studi di impatto ambientale, all’uso
del suolo, alla pianificazione delle risorse, alle sorgenti dei bacini idrografici
e alla qualità e quantità d’acqua nella regione”. (L.Z.)