Mons. Pagano alla Perdonanza de L'Aquila: torni a risplendere la memoria di Celestino
V
Il prefetto dell’Archivio Segreto Vaticano, mons. Sergio Pagano, ha tenuto lunedì
sera una Lectio magistralis, presso la chiesa di San Giuseppe Artigiano all'Aquila,
nell’ambito della celebrazione della Perdonanza Celestiniana. La Lectio è stata
seguita dall'esposizione, presso la sede della Banca d'Italia dell'Aquila, della pergamena
con la quale i cardinali annunciarono a Pietro del Morrone la sua elezione al soglio
Pontificio, nel 1294. Il servizio di Alessandro Gisotti:
Serve un’opera
che raccolga tutti gli scritti e i documenti su Celestino V. E’ l’auspicio levato,
ieri, da mons. Sergio Pagano all’Aquila dove ha tenuto una Lectio magistralis
sulla figura santa e sempre affascinante del “Papa eremita”. Il prefetto dell’Archivio
Segreto Vaticano ha osservato come la figura di Pietro del Morrone non trovi ancora
concordi tutti gli storici e sarebbe dunque necessario avere un corpus sicuro
degli scritti celestiniani. Quest’opera, ha detto ancora mons. Pagano, potrebbe vedere
la luce “con la rinascita della città dell’Aquila” così duramente colpita dal terremoto.
Ha così espresso l’augurio che “la meritata e duratura memoria di papa Celestino torni
a risplendere non solo a Collemaggio, dove riposano le sue spoglie, ma nella città”
che egli vide nel suo ingresso da nuovo Pontefice.
Mons. Pagano non ha mancato
di soffermarsi sul momento storico del Conclave che, il 5 luglio 1294, elesse in modo
improvviso e inatteso Pietro del Morrone a Successore di Pietro. Il presule ha ricordato
il segno indelebile lasciato dal brevissimo Pontificato di Celestino V, appena 6 mesi.
Di lui, ha aggiunto, si occuparono i poeti e i cronisti dell’epoca, “tramandando a
noi la bella memoria di un uomo integro e di un santo”. E nonostante i giudizi discordanti
degli storici sul suo Pontificato, ha osservato, nessuno ha messo in dubbio l’“assoluta
moralità di Papa Celestino", né "la sua estraneità ai disegni di potere o di mondano
prestigio". Il prefetto dell’Archivio Segreto Vaticano ha, infine, evidenziato che
non è un caso se proprio il secolo che si chiudeva con Celestino V aveva visto, “al
suo sorgere, il grande spirito riformatore di Francesco d’Assisi”.