In Siria ancora scontri a Damasco e ad Aleppo. Accuse della Francia a Russia e Cina
In Siria ancora combattimenti a Damasco e Aleppo hanno già provocato la morte di circa
70 persone. Nel nord-est di Damasco è stata un’ennesima giornata d’intensi combattimenti.
I ribelli rivendicano l’abbattimento di un aereo militare nel quartiere di Qaboun.
E all’indomani del ritrovamento di 320 corpi in una fossa comune a Daraya, vicino
la capitale, il bilancio odierno delle vittime è già di diverse decine. Ad Aleppo,
invece, un gruppo armato dell’opposizione ha saccheggiato l’arcivescovado. Alcuni
preti si sono rifugiati presso la vicina comunità francescana mentre l’arcivescovo
si trova attualmente in Libano. Sempre più siriani, nel frattempo, cercano di lasciare
il paese. La Turchia lancia l’emergenza profughi. Oggi alla frontiera sono state temporaneamente
bloccate 5.000 persone mentre Ankara promette di attrezzare nuovi campi d’accoglienza.
L’Iran rilancia invece il dialogo politico e in previsione del meeting dei non allineati
previsto a Teheren il 30 agosto annuncia che il presidente siriano è pronto ad incontrare
la parte avversa per negoziare la fine del conflitto. Questo se l’opposizione, i gruppi
armati e i paesi che li sostengono lo vorranno. Ma da Parigi sembra già giungere una
risposta. Hollande accusa Russia e Cina di rallentare il processo di pace e annuncia
che la Francia riconoscerà un governo transitorio. E’ la più pesante delegittimazione
di Assad dall’inizio della guerra civile. (Marina Calcullli)