Africa: i cattolici preoccupati di fronte alla violenza integralista islamica
I cattolici dei Paesi africani dove è più forte la minaccia dell’integralismo islamico
vivono con apprensione questo fenomeno ma non intendono arrendersi alla violenza.
È quanto emerge da un colloquio con due rappresentanti africani al Forum Internazionale
di Azione Cattolica (Fiac) che si è concluso a Iaşi (Romania) dopo cinque giorni di
lavori. Lo riferisce l'agenzia Fides. “I cattolici in Nigeria non sono intimiditi
dagli attacchi avvenuti in alcune chiese - racconta don Patrick Alumuku, responsabile
della comunicazione della diocesi di Abuja -. Gruppi di fedeli, insieme alla polizia,
hanno organizzato un cordone di sicurezza intorno agli edifici di culto in occasione
delle celebrazioni”. “Questa – aggiunge don Alumuku – è l’unica forma di difesa che
intendiamo porre in essere: il nostro arcivescovo, mons. John Olorunfemi Onaiyekan,
ha affermato con molta chiarezza che una risposta violenta alla violenza non darebbe
una soluzione ai problemi ma piuttosto origine a una guerra che non finirebbe mai”.
Il fenomeno degli attentati alle chiese, infatti, va inteso in maniera corretta: “non
si tratta di islam contro cristianesimo, ma di attacchi terroristici contro il governo,
tanto che anche i leader musulmani si sono dissociati da questi episodi. Qualunque
tentazione di vendicarsi – conclude don Alumuku – oltre ad essere contraria alla mitezza
evangelica, rischierebbe di colpire anche chi ci sta difendendo”. “C’è apprensione
– avverte da parte sua padre Rafic Greïche, portavoce della Chiesa cattolica in Egitto
– verso la concreta possibilità per i cristiani di vivere la libertà religiosa in
un contesto fondamentalista, dopo che i recenti mutamenti politici hanno portato al
governo un partito legato ai Fratelli musulmani. Il Presidente egiziano – prosegue
padre Greïche – sta offrendo rassicurazioni a tutte le minoranze religiose, ma nessuno
può garantire il futuro”. Nel Paese ci sono 7 scuole gestite dalla Chiesa cattolica
e diversi ospedali e istituzioni caritative le quali, indirizzando la propria attività
alle fasce più povere della popolazione, sono frequentate per la maggior parte da
musulmani. Estremamente importante in questo frangente, è il ruolo dei laici: “sono
loro a trovarsi in prima linea nella testimonianza di fede nella vita di tutti i giorni
e, nella difficoltà del contesto che stiamo vivendo, dimostrano davvero un grande
coraggio” conclude padre Greïche. (R.P.)