2012-08-27 16:15:51

94 anni compiuti e 70 da parroco: don Alessandro, un prete da guinness


Un parroco da guinness dei primati. Don Alessandro De Sanctis ha 94 anni e da 70 è parroco di Filettino nel frusinate. Il suo è il sacerdozio più lungo di Italia, festeggiato lo scorso mese di luglio con una solenne celebrazione alla presenza del cardinale Angelo Comastri. Ascoltiamo don Alessandro al microfono di Paolo Ondarza:RealAudioMP3

D. – Don, Alessandro, 94 anni, 70 anni di sacerdozio appena compiuti nella stessa parrocchia, dal 1942. Lei è un parroco da record, come vive questo primato?

R. – Eh, come si vive… con la grazia del Signore! Non avrei mai creduto di poter arrivare a questa età e a questi limiti. Sono una prova evidente dell’esistenza di Dio e della sua Provvidenza!

D. – La parrocchia di Filettino, lei ama dirlo, è la sua famiglia. Ma già 70 anni fa, quando lei divenne parroco di Filettino lei era di famiglia, infatti suo zio era stato parroco prima di lei…

R. - Il mio predecessore era uno zio paterno. Mio zio mi portò qui a Filettino dove ho fatto anche la quarta e quinta elementare. Quindi, sono qui dal 1928 eccetto il periodo del seminario.

D. – In 70 anni è cambiato anche il volto dei sacerdoti. Oggi si assiste a una diminuzione delle vocazioni…

R. – Negli anni passati sono sempre riuscito, anche se con difficoltà, ad avere qualcuno che mi venisse a dare una mano e adesso sono solo ad occuparmi di tutto quanto.

D. – Di fronte al calare delle vocazioni, quale consiglio si sente di dare dalla sua lunga esperienza per le future generazioni di preti o per chi avverte la vocazione speciale al sacerdozio?

R. – “Signore da chi andremo? Tu solo hai parole di vita eterna”. Se ci sganciamo da Dio, e da Cristo in particolare, abbiamo completamente sbagliato strada. Se partiamo da questa considerazione del nostro essere semplicemente dipendenti dal Signore, allora ci può essere una realizzazione nella vocazione, altrimenti niente da fare.

D. - C’è un episodio significativo che lei ama ricordare nei suoi 70 anni di sacerdozio?

R. - Ce ne sono tanti. Quello che ci ha forse più uniti, è stato il momento cruciale dell’occupazione nazista: avevo dato assistenza e ospitalità a prigionieri alleati, a partigiani. Ci fu una spiata al comando nazista che era qui molto vicino e siamo stati praticamente messi fuori casa, ma ci siamo poi ritrovati in un punto del Paese dove abbiamo fraternizzato benissimo e ci siamo sentiti più vicini, più “affratellati”.

D. - Torniamo ad oggi: da quello che raccontano i suoi parrocchiani, pare che lei sia riuscito a far tenere spenti i cellulari durante la Messa. Come ha fatto?

R. - Abbiamo messo dei cartelli alle porte delle Chiese, dove si legge: “Il Signore ci sente anche senza il chiasso dei cellulari”. Il Signore ci ascolta, non c’è bisogno dei telefonini!







All the contents on this site are copyrighted ©.