Messa del cardinale Bertone nella chiesa della Madonna del Lago di Castel Gandolfo
Una “vela” spiegata verso il lago di Castel Gandolfo. È questo che ricorda la struttura
architettonica che caratterizza la piccola chiesa della Madonna del Lago di Castel
Gandolfo. Trentacinque anni fa Paolo VI la inaugurò, 11 anni dopo aver dato l’impulso
alla sua costruzione. A ricordo di questo anniversario, stasera alle 18.30 il cardinale
segretario di Stato Tarcisio Bertone presiederà la Messa, seguita poi dalla tradizionale
processione di barche sul lago. Alessandro De Carolis ne ha parlato con il
parroco, don Pietro Diletti:
R. - L’origine
di questa festa risale addirittura agli anni Cinquanta, quando l’allora parroco della
parrocchia pontificia di San Tommaso da Villanova, che si chiamava don Dino Sella
- prima ancora della costruzione della chiesa, perché l’idea venne fuori negli anni
Sessanta- decise proprio di dedicare un momento di preghiera e di ringraziamento alla
Madonna. Questo era il motivo. Nacque così, da quel momento, la tradizione della processione
sulle rive del lago. Poi Papa Paolo VI, già negli anni Sessanta, diede uno stimolo
alla costruzione della chiesa sulle rive del lago. La chiesa fu edificata in undici
anni, dal 1966 al 1977, da un ingegnere, allora abbastanza famoso, Francesco Vacchini,
in un modo un po’ particolare, visto che si trovava sul lago. La muratura, il tetto
e la sovrastruttura metallica, danno l’immagine della “casa nave”, questa è la cosa
più bella e più importante, e la possibilità di aprirsi alla liturgia all’aperto.
La parte più evidente è proprio questa grande struttura simbolica. Attraverso lo scorrimento
di due grandi pannelli di muro, si apre proprio all’esterno. Poi oltre a questo, è
costituita da otto elementi di ferro verniciati in bianco che si innalzano fino a
22 metri dal suolo, recando ben alta la croce di tre metri di altezza. Quindi possiamo
dire, che la struttura metallica può paragonarsi ad una vela con le sue sartie, richiamando
alla mente la navicella di Pietro, principe degli Apostoli a cui Paolo VI, richiamava
spesso.
D. - Abbiamo parlato della simbologia architettonica. Parliamo adesso
del significato spirituale e anche pastorale legato a questa chiesa e al territorio
in cui sorge...
R. - È molto importante, perché Castel Gandolfo, non è un paese
unito dal punto di vista geografico naturalmente. In pratica noi abbiamo tre parrocchie:
c’è la parrocchia centrale, che è quella del borgo dove c’è il Palazzo apostolico,
poi il lago che si trova più o meno a due chilometri e mezzo di distanza che fa parte
della nostra parrocchia. Poi ci sono delle ville, case nuove... E poi tanti turisti
che si recano lì, ci sono tanti ristoranti, prima era completamente sguarnito. Quello
della Madonna del Lago deve essere appunto il punto di riferimento, un oasi -diciamo-,
un momento di preghiera e di riflessione. Ma -devo dire- io sono qui da due anni e
quando sono arrivato, l’ho trovata in condizioni miserevoli. Per cui ho ricominciato
a risistemarla e per portarla al primitivo splendore. Abbiamo fatto molto, ma c’è
ancora tanto da fare.
D. - Prima ha accennato ai festeggiamenti di metà agosto,
che hanno ormai una tradizione consolidata. In cosa consistono?
R. - Quest’anno
abbiamo voluto fare qualcosa di eccezionale. Intanto invitare il cardinal Bertone
a presiedere la concelebrazione. Alle 19.30, ci sarà la processione, che si snoderà
da lì fino ad un porticciolo. La statua della Madonna, sarà messa su un battello del
parco dei Castelli Romani, ed avrà un seguito di barche e di canoe. Si svolgerà di
sera, quindi sarà accompagnata da torce, luci... Poi la banda della piazzola, renderà
omaggio a Sua Santità Benedetto XVI, mentre noi navigheremo sul lago. Quindi, ci sarà
il ritorno alla chiesa, la preghiera, il ringraziamento con la voce di Paolo VI; perché
Paolo VI è stato veramente grande, e leggeremo la parte finale del discorso che ha
fatto in questa occasione, che recita: “Chissà, se avrò ancora io, vecchio come sono,
il bene di celebrare con voi questa festa. Vedo approssimarsi le soglie dell’aldilà,
perciò prendo occasione da questo incontro felicissimo, per salutarvi tutti, per benedire
voi, le vostre famiglie, i vostri lavori, le vostre fatiche, le vostre sofferenze,
le vostre speranze, le vostre preghiere. La Madonna dia a queste mie preghiere, l’efficacia
e la realtà che desidero abbiano. Siate benedetti nel nome di Maria.” Queste parole
pronunciate con una passione, e in modo accorato -direi- sono veramente esaltanti;
danno a tutti i fedeli che già le hanno ascoltate una profondità, un senso di speranza,
nonostante tutto, e anche una nostalgia del cielo, che già in qualche modo, Paolo
VI, aveva presente nel suo cuore.