2012-08-25 15:48:59

Meeting di Rimini 2012: il bilancio di Emilia Guarnieri


“Emergenza uomo”: è il titolo scelto per il Meeting per l’Amicizia fra i Popoli che si terrà il prossimo anno a Rimini dal 18 al 24 agosto. Ora è tempo di bilanci per quello di quest’anno: con 98 incontri, 271 relatori, 9 mostre, 21 spettacoli il Meeting 2012 ha riconfermato le circa 800mila presenze dell’anno scorso, provenienti da 40 Paesi. Un dato importante tenendo conto della crisi, come ci conferma la presidente del Meeting, Emilia Guarnieri al microfono di Debora Donnini:

R. Sì, certo: non era un dato scontato per noi, questo, prima di vederlo accadere in questi giorni. In questo tempo di crisi, lo riteniamo un grande successo.

D. – Rispetto alle passate edizioni, forse ci sono stati meno politici, ma molte testimonianze, incontri culturali, di scienza … Quindi, il fatto anche che le presenze siano rimaste le stesse indica che c’è un interesse proprio per il fattore culturale del Meeting?

R. – Sì, certo. Direi che l’interesse culturale abbraccia poi anche le presenze dei ministri, perché qua si è parlato di cultura, cioè di cose che interessano la gente: il tema del lavoro, il tema delle riforme, il tema stesso della politica, il tema dei giovani; c’è stato un ampio respiro anche di carattere internazionale con il presidente dell’assemblea generale dell’Onu, sul tema della libertà religiosa … Certo, le testimonianze, che quest’anno erano particolarmente connotate anche in senso internazionale con la grande neonatologa che lavora in America, la Paravicini, con il medico di Gaza, Abuelaish … Le testimonianze, quando hanno questa intensità e anche questa capacità di documentare un modo diverso di guardare la realtà, sicuramente riscuotono un grande interesse.

D. – Il titolo di quest’anno è stato “La natura dell’uomo e il rapporto con l’infinito”. Titolo del prossimo anno, “Emergenza uomo”: un passaggio tra questi due temi, perché?

R. – La natura dell’uomo e il rapporto con l’infinito, ma il riconoscimento di questo e la valorizzazione di questo, oggi, è in uno stato di emergenza, perché viviamo in una cultura che tende a omologare e ad anestetizzare il punto di massima verità e vitalità e irripetibilità di ogni uomo, che è appunto il suo desiderio. Quindi, è appunto un’emergenza uomo.

D. – A maggio, al Cairo ci sarà la seconda edizione del Meeting in Egitto, in un momento storico molto particolare per il Paese. Qualche parola sull’esperienza del Meeting Cairo:

R. – Meeting Cairo – ci interessa ribadire – non è fatto da noi, anche se è nato in amicizia e in riverbero dall’esperienza che questi amici egiziani hanno vissuto qui, al Meeting di Rimini; è totalmente fatto da loro e dalla realtà egiziana che, appunto, sostiene questa iniziativa. Noi siamo solo stupiti di fronte a quello che vediamo accadere, perché che questa realtà di amici musulmani abbia ritrovato – come loro dicono – un risveglio del loro cuore, un risveglio del loro desiderio e abbiano intravisto nell’amicizia con noi una possibilità di approfondimento della loro esperienza personale, della loro esperienza di verità e di libertà, questo ci sembra veramente qualcosa di misterioso che accade.

D. – Tra l’altro loro, per fare il Meeting Cairo, collaborano anche con la Chiesa locale …

R. - Assolutamente sì! Perché intorno a questo gruppo di amici musulmani – accademici, giudici della realtà egiziana – si è creata una trama di unità e di amicizia con la Chiesa copta ortodossa, con la Chiesa copta cattolica, con la moschea e l’università di Al Azhar. Quindi anche da loro è successo questo stesso fenomeno non di omologazione: tutt’altro, ma di unità e di amicizia intorno a qualcosa di vero e di buono che stanno costruendo.








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