Meeting di Rimini 2012: il bilancio di Emilia Guarnieri
“Emergenza uomo”: è il titolo scelto per il Meeting per l’Amicizia fra i Popoli che
si terrà il prossimo anno a Rimini dal 18 al 24 agosto. Ora è tempo di bilanci per
quello di quest’anno: con 98 incontri, 271 relatori, 9 mostre, 21 spettacoli il Meeting
2012 ha riconfermato le circa 800mila presenze dell’anno scorso, provenienti da 40
Paesi. Un dato importante tenendo conto della crisi, come ci conferma la presidente
del Meeting, Emilia Guarnieri al microfono di Debora Donnini:
R.
Sì, certo: non era un dato scontato per noi, questo, prima di vederlo accadere in
questi giorni. In questo tempo di crisi, lo riteniamo un grande successo.
D.
– Rispetto alle passate edizioni, forse ci sono stati meno politici, ma molte testimonianze,
incontri culturali, di scienza … Quindi, il fatto anche che le presenze siano rimaste
le stesse indica che c’è un interesse proprio per il fattore culturale del Meeting?
R.
– Sì, certo. Direi che l’interesse culturale abbraccia poi anche le presenze dei ministri,
perché qua si è parlato di cultura, cioè di cose che interessano la gente: il tema
del lavoro, il tema delle riforme, il tema stesso della politica, il tema dei giovani;
c’è stato un ampio respiro anche di carattere internazionale con il presidente dell’assemblea
generale dell’Onu, sul tema della libertà religiosa … Certo, le testimonianze, che
quest’anno erano particolarmente connotate anche in senso internazionale con la grande
neonatologa che lavora in America, la Paravicini, con il medico di Gaza, Abuelaish
… Le testimonianze, quando hanno questa intensità e anche questa capacità di documentare
un modo diverso di guardare la realtà, sicuramente riscuotono un grande interesse.
D.
– Il titolo di quest’anno è stato “La natura dell’uomo e il rapporto con l’infinito”.
Titolo del prossimo anno, “Emergenza uomo”: un passaggio tra questi due temi, perché?
R.
– La natura dell’uomo e il rapporto con l’infinito, ma il riconoscimento di questo
e la valorizzazione di questo, oggi, è in uno stato di emergenza, perché viviamo in
una cultura che tende a omologare e ad anestetizzare il punto di massima verità e
vitalità e irripetibilità di ogni uomo, che è appunto il suo desiderio. Quindi, è
appunto un’emergenza uomo.
D. – A maggio, al Cairo ci sarà la seconda edizione
del Meeting in Egitto, in un momento storico molto particolare per il Paese. Qualche
parola sull’esperienza del Meeting Cairo:
R. – Meeting Cairo – ci interessa
ribadire – non è fatto da noi, anche se è nato in amicizia e in riverbero dall’esperienza
che questi amici egiziani hanno vissuto qui, al Meeting di Rimini; è totalmente fatto
da loro e dalla realtà egiziana che, appunto, sostiene questa iniziativa. Noi siamo
solo stupiti di fronte a quello che vediamo accadere, perché che questa realtà di
amici musulmani abbia ritrovato – come loro dicono – un risveglio del loro cuore,
un risveglio del loro desiderio e abbiano intravisto nell’amicizia con noi una possibilità
di approfondimento della loro esperienza personale, della loro esperienza di verità
e di libertà, questo ci sembra veramente qualcosa di misterioso che accade.
D.
– Tra l’altro loro, per fare il Meeting Cairo, collaborano anche con la Chiesa locale
…
R. - Assolutamente sì! Perché intorno a questo gruppo di amici musulmani
– accademici, giudici della realtà egiziana – si è creata una trama di unità e di
amicizia con la Chiesa copta ortodossa, con la Chiesa copta cattolica, con la moschea
e l’università di Al Azhar. Quindi anche da loro è successo questo stesso fenomeno
non di omologazione: tutt’altro, ma di unità e di amicizia intorno a qualcosa di vero
e di buono che stanno costruendo.