2012-08-25 12:05:51

La Grecia resterà nell'euro: così Hollande nell'incontro con Samaras, ma chiede credibilità


La questione non si pone: la Grecia resta nell’eurozona. Sono parole del presidente francese Hollande, che ha ricevuto all’Eliseo il premier greco Samaras. Hollande ha ribadito però che la Grecia deve dimostrare la “credibilità'' dei suoi impegni e la “volontà di andare fino in fondo”. Da parte sua, Samaras ha rinnovato la richiesta fatta ieri alla Cancelliera tedesca Merkel di due anni di tempo in più. Intanto negli Stati Uniti Bernanke, presidente della Banca centrale Usa, difende l'allentamento monetario che – fa capire – potrebbe esserci ancora. Anche in Europa si guarda alla Banca centrale: il presidente Draghi dovrebbe formalizzare l’annuncio di acquisto di titoli di Stato dei Paesi europei in difficoltà. Della serie di incontri fissati in questi giorni a livello di capi di Stato europei e con il presidente Ue, Van Rompuy, ma anche del margine di azione della Fed e della Bce, Fausta Speranza ha parlato con Franco Bruni, docente di politiche monetarie all’Università Bocconi di Milano:RealAudioMP3

R. - Purtroppo siamo ancora in una fase in cui è obbligatorio fare trattative bilaterali. Speriamo presto - con il nuovo meccanismo europeo di stabilità che dovrà essere varato in autunno- di avere trattative dirette a livello di organi europei che abbiano una loro autorevolezza ed indipendenza, dove i governi nazionali portino la loro direzione strategica, ma non entrino nei dettagli. Questo andare di capitale in capitale a trattare l’aggiustamento della Grecia è una vicenda oltre tutto inefficiente anche per i mercati. Dà l’impressione di un processo che non è adeguatamente centralizzato, coordinato e controllato. Comunque la Grecia non può fare a meno di avere un po’ più di tempo, per fare bene quell’aggiustamento che ha cominciato a fare. Fin dall’inizio, alla Grecia, è stato imposto un ritmo di aggiustamento eccessivamente breve, che è andato anche a scapito della qualità politica e tecnica dello stesso processo. Adesso i greci stanno lavorando e credo che, se la famosa Troika potrà emettere un giudizio complessivamente positivo su quello che stanno facendo, Atene dovrebbe avere questo rinvio del piano di rientro, che è assolutamente necessario per poter procedere in modo sopportabile.

D. - Si attende la decisione della Bce, cioè se davvero Draghi acquisterà i titoli dei Paesi europei in difficoltà. Nel frattempo la Fed, la Banca centrale statunitense, annuncia nuove misure ed è immaginabile che vada ancora ad intervenire sulla moneta. Ma che cosa dire del ruolo delle Banche centrali in questo momento, la Fed da una parte e la Bce dall’altra?

R. - La Banca centrale europea ha detto chiaramente quello che vuole fare. In realtà si aspetta l’ok tedesco perché purtroppo bisogna dire che queste decisioni sono ancora centrate sui singoli Paesi, sul fondo europeo di stabilità, e ci sarà quindi la condizionalità adeguata a monitorare i Paesi. Allora la Bce interverrà in modo anche massiccio sui mercati dei titoli europei per limare via quella parte dello spread dovuta all’idea che si possa spezzare l’Euro. Solo quella parte, però, lasciando quindi agli interventi europei, governativi e nazionali, di combattere quell’altra parte dello spread che è invece dovuta all’eccesso di debito e al ritardo nell’aggiustamento. Quella parte che invece è dovuta al cosiddetto “rischio di cambio”, cioè al rischio che si spacchi l’Euro, quella dovrebbe essere limata via dagli interventi di Draghi. Ma probabilmente dobbiamo aspettare fino a fine settembre, quando saranno risolti anche i dubbi che ci sono ancora in Germania con la Corte costituzionale etc. Ma credo che si risolveranno. Per quanto riguarda la Fed, non ho niente da dire perché non capisco. Non ho mai capito la sua politica: non fa altro che inondare di liquidità e continuare a dire che stimola l’economia quando non capisco come faccia. I tassi di interesse sono ormai bassissimi; oggi un titolo di Stato americano a dieci anni paga meno del due percento, quindi mi domando cosa vogliono fare e cosa vogliono comprare. Forse compreranno in borsa per far piacere ai finanzieri americani ... ora sta finanziando, a piè di lista, le esigenze da una parte delle banche, dall’altra parte del governo. Ha perso ogni autonomia e sta rilasciando, sul resto del mondo, gli squilibri dell’economia americana che sono gravissimi, e che credo saranno la prossima preoccupazione, quando questa “danza” dell’euro sarà finita.







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