2012-08-24 15:44:41

Regno Unito. Congresso mondiale della Gioventù operaia cristiana ad Alton


“Classe 2012: costruire una scuola di vita”: su questo tema si svolgerà, da domani al 5 settembre, ad Alton, in Inghilterra, l’ottavo Congresso mondiale del Coordinamento internazionale della Gioventù operaia cristiana (Cjoc). L’incontro, che avviene ogni quattro anni, vedrà protagonisti giovani lavoratori, studenti, disoccupati e precari provenienti da oltre 50 Paesi del mondo, tra cui Ungheria, Portogallo, Burkina Faso e Repubblica Dominicana. Tra i temi in discussione, informa una nota, “la riflessione sul profilo attuale dei giovani lavoratori e dei giovani laureati, così da creare una maggiore consapevolezza, a livello internazionale, delle difficoltà globali che i ragazzi devono affrontare oggi. E, in questo contesto, cercare di capire quale può essere la risposta della Chiesa, anche alle questioni più burocratiche”. Sulla scia delle Olimpiadi, inoltre, svoltesi a Londra dal 27 luglio al 12 agosto scorsi, il Congresso darà ampio spazio ai valori olimpici, come “il rispetto, l’amicizia e l’eccellenza”, per “sensibilizzare i giovani riguardo al ruolo che ciascuno di loro ha nella costruzione di una società più giusta e più libera”. Nata in Belgio nel 1925, su iniziativa del cardinale Joseph Cardijn, la Gioventù operaia cristiana (Gioc) è un'associazione di giovani lavoratori e delle realtà popolari che svolge un'attività formativa, educativa e di evangelizzazione con e per i giovani stessi, in particolare quelli tra i 14 ed i 30 anni, ai quali vuole offrire una sintesi tra Vangelo e Dottrina sociale della Chiesa. Oggi, la Gioc è attiva in molti Paesi del mondo e opera su due aspetti: come organizzazione ecclesiale, risponde ad un compito di evangelizzazione per i giovani lavoratori. Come organizzazione lavorativa, invece, vuole essere un’esperienza che educa all'impegno nella società e nel lavoro. In particolare, la sua missione si basa su una triplice intuizione del cardinale Cardijin, “Vedere, giudicare, agire”. “I giovani operai non sono macchine, non sono animali, non sono schiavi. Sono figli, collaboratori ed eredi di Dio", diceva il porporato. "Bisogna prendere coscienza dell'età, delle condizioni di lavoro, dell'influenza esercitata dall'ambiente, dei problemi del futuro, che spesso questi giovani sono costretti ad affrontare nell'isolamento, nell'abbandono e nell'inesperienza. Soltanto un'organizzazione di giovani lavoratori finalizzata alla conquista del loro destino può risolvere questo problema essenziale e vitale”. (A cura di Isabella Piro)







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