Regno Unito. Congresso mondiale della Gioventù operaia cristiana ad Alton
“Classe 2012: costruire una scuola di vita”: su questo tema si svolgerà, da domani
al 5 settembre, ad Alton, in Inghilterra, l’ottavo Congresso mondiale del Coordinamento
internazionale della Gioventù operaia cristiana (Cjoc). L’incontro, che avviene ogni
quattro anni, vedrà protagonisti giovani lavoratori, studenti, disoccupati e precari
provenienti da oltre 50 Paesi del mondo, tra cui Ungheria, Portogallo, Burkina Faso
e Repubblica Dominicana. Tra i temi in discussione, informa una nota, “la riflessione
sul profilo attuale dei giovani lavoratori e dei giovani laureati, così da creare
una maggiore consapevolezza, a livello internazionale, delle difficoltà globali che
i ragazzi devono affrontare oggi. E, in questo contesto, cercare di capire quale può
essere la risposta della Chiesa, anche alle questioni più burocratiche”. Sulla scia
delle Olimpiadi, inoltre, svoltesi a Londra dal 27 luglio al 12 agosto scorsi, il
Congresso darà ampio spazio ai valori olimpici, come “il rispetto, l’amicizia e l’eccellenza”,
per “sensibilizzare i giovani riguardo al ruolo che ciascuno di loro ha nella costruzione
di una società più giusta e più libera”. Nata in Belgio nel 1925, su iniziativa del
cardinale Joseph Cardijn, la Gioventù operaia cristiana (Gioc) è un'associazione di
giovani lavoratori e delle realtà popolari che svolge un'attività formativa, educativa
e di evangelizzazione con e per i giovani stessi, in particolare quelli tra i 14 ed
i 30 anni, ai quali vuole offrire una sintesi tra Vangelo e Dottrina sociale della
Chiesa. Oggi, la Gioc è attiva in molti Paesi del mondo e opera su due aspetti: come
organizzazione ecclesiale, risponde ad un compito di evangelizzazione per i giovani
lavoratori. Come organizzazione lavorativa, invece, vuole essere un’esperienza che
educa all'impegno nella società e nel lavoro. In particolare, la sua missione si basa
su una triplice intuizione del cardinale Cardijin, “Vedere, giudicare, agire”. “I
giovani operai non sono macchine, non sono animali, non sono schiavi. Sono figli,
collaboratori ed eredi di Dio", diceva il porporato. "Bisogna prendere coscienza dell'età,
delle condizioni di lavoro, dell'influenza esercitata dall'ambiente, dei problemi
del futuro, che spesso questi giovani sono costretti ad affrontare nell'isolamento,
nell'abbandono e nell'inesperienza. Soltanto un'organizzazione di giovani lavoratori
finalizzata alla conquista del loro destino può risolvere questo problema essenziale
e vitale”. (A cura di Isabella Piro)