Perdonanza, il vescovo di Sulmona: perdonare significa ricostruire e guardare al bene
comune
Si è aperta ieri la 718.ma edizione della Perdonanza. Il solenne rito della Perdonanza,
l’indulgenza plenaria che Papa Celestino V concesse la sera stessa della sua incoronazione
si rinnoverà, come ogni anno all’Aquila, il 28 e il 29 agosto prossimi. Chi era Pietro
Angeleri, salito al soglio pontificio con il nome di Celestino V? Risponde al microfono
di Antonella Palermo il vescovo di Sulmona-Valva, mons. Angelo Spina:
R. – Pietro
Angelerio è un uomo semplice, un uomo che sin da piccolo ha vissuto dei fenomeni un
po’ strani, che la mamma ha saputo leggere e interpretare e quindi lo ha orientato
agli studi. Questo ragazzo, questo giovane, volle entrare poi nel monastero di Faifoli,
vicino Campobasso, l’attuale Comune di Montagano, e poi volle andare a Roma per essere
ordinato sacerdote. Possiamo dire che fu, fin dall’inizio, un cercatore di Dio. Quando
Pietro Angelerio, fra Pietro, venne eletto Pontefice, dopo pochi mesi lasciò il Pontificato.
Papa Celestino V, in quel tempo così difficile, legge la storia e dice: “Potrei far
danni a molti”, perché era il tempo in cui c’era il potere temporale. E allora lui
dice: “Che fare?” E’ meglio fare il bene che fare il male. E allora, in questo caso,
la rinuncia diventa non una viltà, ma una grande virtù.
D. – La figura di Papa
Celestino V cosa dice alla Chiesa di oggi?
R. – Di guardare in alto alla santità,
perché se noi camminiamo basso, in una forma molto piatta, allora si appiattisce la
vita. Noi siamo fatti per il cielo. Tutte le realtà che il Signore ci dà sono un mezzo.
Allora, San Pietro Celestino dice a me, come credente, come cristiano, e soprattutto
per il mio ministero di vescovo: “Non attaccarti al potere: abbi come unico tesoro
Dio e non affannarti in questo mondo”.
D. – L’Aquila, dopo il sisma, continua
ad essere molto frammentata. Allora, il senso di questa Perdonanza oggi...
R.
– Certamente, il messaggio del perdono è un messaggio attuale ed è per tutti, anche
per la città de L’Aquila, una città meravigliosa, stupenda, che ha subito un terremoto
così tragico. Si sono viste cadere le pietre, le case. E’ tempo di ricostruire. Ma,
forse, prima che cadessero quelle case, quelle pietre, i cuori già erano caduti nelle
relazioni umane. Allora, la Perdonanza dice: “E’ il momento di guardare al bene comune
e non ai propri interessi egoistici; mettiamoci insieme per ricostruire L’Aquila e,
come il simbolo di un’aquila, farla volare”.