I vescovi polacchi per la Settimana di Formazione: in Famiglia il primo incontro
con Dio
“Sia il padre sia la madre, contrariamente a quanto sostengono alcune ideologie, dovrebbero
assumersi la responsabilità per l'educazione del bambino”. Questo è quanto sottolineano
i vescovi polacchi in una lettera pastorale diffusa in vista della seconda Settimana
di formazione che si svolgerà in Polonia dal 16 al 22 settembre prossimi. Nel testo,
ripreso dalla Zenit, i presuli rilevano che la testimonianza e la partecipazione
alla vita religiosa dei genitori è essenziale per l'educazione del bambino. “In tutti
i luoghi in cui si svolge l'educazione: a casa, a scuola e nella parrocchia, è necessario
cercare le risposte alle domande che seguono: chi vogliamo formare ed educare? Come
entrare nell’intimo del giovane? Sulla base di quali valori si desidera formare?”,
li legge nella missiva. “Senza una riflessione condotta congiuntamente dai genitori,
dai padrini e dai nonni, così come per i responsabili per l'istruzione, gli insegnanti
e gli educatori, non può esserci un’educazione fruttuosa”, affermano ancora i vescovi,
sottolineando che “il primo incontro con Dio e con la Chiesa avviene nella famiglia,
giustamente chiamata Chiesa domestica”. Quindi secondo i presuli polacchi, “preservare
l'unità e la santità del matrimonio è una preoccupazione costante della Chiesa. La
sua legittimità è ancora più evidente quando i coniugi sono i genitori”. Purtroppo,
continua la lettera dell’episcopato polacco, un problema sociale in aumento "è il
numero crescente di matrimoni che si disgregano. La divisione ha un impatto negativo
sulla formazione e contribuisce alle esperienze negative dei bambini e dei giovani.
Una parte molto importante della formazione in famiglia è infatti, un senso di stabilità
e di sicurezza, che ogni bambino dovrebbe sperimentare”. Nella lettera alla seconda
Settimana di formazione i vescovi consigliano infine la catechesi che realizza “la
funzione educativa”. “L'esperienza dimostra che – sostengono i presuli - l'insegnamento
della religione nella scuola favorisce il pieno sviluppo dei giovani. La catechesi
arricchisce il panorama educativo con nuovi contenuti, apportando alla vita della
scuola e dei suoi allievi l’ispirazione e la motivazione che favorisce lo sviluppo
della personalità”. Per questi motivi – conclude la lettera – i vescovi lanciano un
appello per “garantire l’insegnamento della religione nella formazione scolastica”.
(M.G.)