2012-08-24 14:10:51

I vescovi polacchi per la Settimana di Formazione: in Famiglia il primo incontro con Dio


“Sia il padre sia la madre, contrariamente a quanto sostengono alcune ideologie, dovrebbero assumersi la responsabilità per l'educazione del bambino”. Questo è quanto sottolineano i vescovi polacchi in una lettera pastorale diffusa in vista della seconda Settimana di formazione che si svolgerà in Polonia dal 16 al 22 settembre prossimi. Nel testo, ripreso dalla Zenit, i presuli rilevano che la testimonianza e la partecipazione alla vita religiosa dei genitori è essenziale per l'educazione del bambino. “In tutti i luoghi in cui si svolge l'educazione: a casa, a scuola e nella parrocchia, è necessario cercare le risposte alle domande che seguono: chi vogliamo formare ed educare? Come entrare nell’intimo del giovane? Sulla base di quali valori si desidera formare?”, li legge nella missiva. “Senza una riflessione condotta congiuntamente dai genitori, dai padrini e dai nonni, così come per i responsabili per l'istruzione, gli insegnanti e gli educatori, non può esserci un’educazione fruttuosa”, affermano ancora i vescovi, sottolineando che “il primo incontro con Dio e con la Chiesa avviene nella famiglia, giustamente chiamata Chiesa domestica”. Quindi secondo i presuli polacchi, “preservare l'unità e la santità del matrimonio è una preoccupazione costante della Chiesa. La sua legittimità è ancora più evidente quando i coniugi sono i genitori”. Purtroppo, continua la lettera dell’episcopato polacco, un problema sociale in aumento "è il numero crescente di matrimoni che si disgregano. La divisione ha un impatto negativo sulla formazione e contribuisce alle esperienze negative dei bambini e dei giovani. Una parte molto importante della formazione in famiglia è infatti, un senso di stabilità e di sicurezza, che ogni bambino dovrebbe sperimentare”. Nella lettera alla seconda Settimana di formazione i vescovi consigliano infine la catechesi che realizza “la funzione educativa”. “L'esperienza dimostra che – sostengono i presuli - l'insegnamento della religione nella scuola favorisce il pieno sviluppo dei giovani. La catechesi arricchisce il panorama educativo con nuovi contenuti, apportando alla vita della scuola e dei suoi allievi l’ispirazione e la motivazione che favorisce lo sviluppo della personalità”. Per questi motivi – conclude la lettera – i vescovi lanciano un appello per “garantire l’insegnamento della religione nella formazione scolastica”. (M.G.)







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