Udienza generale. Il Papa: Maria è Regina come Gesù, "Re che serve i suoi servitori"
È l’estrema umiltà a rendere Maria Regina agli occhi di Dio e della Chiesa. Benedetto
XVI lo ha spiegato ieri mattina all’udienza generale presieduta a Castel Gandolfo
davanti a circa 2500 fedeli. Il Papa ha parlato della festa liturgica dedicata alla
Beata Vergine Maria Regina, invitando a ricorrere a Lei in ogni circostanza della
vita. Il servizio di Alessandro De Carolis:
Essere re perché
servo. Il paradosso di Cristo – re che lava i piedi ai suoi amici e re che pende da
una Croce - vale allo stesso modo per sua Madre, “la serva del Signore”. Nella breve
udienza generale tenuta nel cortile del Palazzo di Castel Gandolfo, Benedetto XVI
spiega, seduto di fronte alla piccola folla che quasi lo attornia, la ragione storica
e spirituale di uno dei tanti titoli con i quali la Chiesa venera la Madonna, quello
di “Regina”. Il Papa arriva al dunque della sua riflessione con la domanda-chiave:
che tipo di Regina è Maria? E spiega:
“C'è un'idea volgare, comune, di re
o regina: sarebbe una persona con potere, ricchezza. Ma questo non è il tipo di regalità
di Gesù e di Maria. Pensiamo al Signore: la regalità e l'essere re di Cristo è intessuto
di umiltà, di servizio, di amore: è soprattutto servire, aiutare, amare (…) Quindi
la regalità di Gesù non ha nulla a che vedere con quella dei potenti della terra.
E' un re che serve i suoi servitori; così ha dimostrato in tutta la sua vita. E lo
stesso vale per Maria”.
Fu Pio XII nel 1954 a fissare nel calendario una
data dedicata alla Vergine Regina, la cui festa – ha ricordato Benedetto XVI – seppure
di “istituzione recente” è “antica” in quanto a origine e devozione. E se all’inizio
la si celebrava il 31 maggio, il Vaticano II l’ha spostata otto giorni dopo la festa
dell’Assunzione per sottolineare meglio – ha osservato il Papa – “lo stretto legame
tra la regalità di Maria e la sua glorificazione in corpo e anima” accanto a suo Figlio:
“E’
questa la radice della festa odierna: Maria è Regina perché associata in modo unico
al suo Figlio, sia nel cammino terreno, sia nella gloria del Cielo (...) Il Servo
di Dio Paolo VI ricordava nella sua Esortazione apostolica Marialis Cultus:
‘Nella Vergine Maria tutto è relativo a Cristo e tutto da lui dipende: in vista di
lui Dio Padre, da tutta l'eternità, la scelse Madre tutta santa e la ornò di doni
dello Spirito, a nessun altro concessi’”.
La seconda domanda che il Papa
si pone è, per così dire, più “pratica”: in che modo Maria “esercita” questa “regalità
di servizio e amore”? Come farebbe qualsiasi mamma, risponde, e cioè “vegliando su
di noi, suoi figli”:
“Nella serenità o nel buio dell’esistenza, noi ci rivolgiamo
a Maria affidandoci alla sua continua intercessione, perché dal Figlio ci possa ottenere
ogni grazia e misericordia necessarie per il nostro pellegrinare lungo le strade del
mondo (...) La Vergine Santa, quale Madre nostra accanto al Figlio Gesù nella gloria
del Cielo, è con noi sempre, nello svolgersi quotidiano della nostra vita”.
E
un’ultima considerazione che Benedetto XVI fa riguarda il Rosario, in particolare
le litanie che lo concludono e che da secoli implorano Maria Regina dei Patriarchi
come degli Apostoli, dei Santi come delle famiglie. Riflessioni che il Pontefice ha
poi ripreso brevemente in sette lingue, salutando i gruppi radunati accanto a lui
in arrivo da vari continenti.