2012-08-22 15:08:54

Seminario di Erice. Prof. Zichichi: più cultura scientifica per sfide del 21.mo secolo


È in corso ad Erice dal 19 al 25 agosto la 45.ma edizione dei Seminari internazionali sulle emergenze planetarie, organizzati dalla Federazione Mondiale degli Scienziati e dal Centro di cultura scientifica “Ettore Majorana”. Il tema dell’incontro di quest’anno è “Il ruolo della scienza nel terzo millennio”. Una sfida di cui ha parlato il prof. Antonino Zichichi, fondatore del Centro "Ettore Majorana", al microfono di Marco Guerra:RealAudioMP3

R. – Le emergenze planetarie non sono due o tre, sono 71. I nostri temi sono la proiezione attuale delle cose che bisognerebbe studiare a fondo per risolverle. Noi siamo divoratori di energia, ma a che livello mangiare energia è sostenibile? Un altro problema è la produzione di cibo a livello globale: bisogna che si capisca qual è il livello energetico al quale noi possiamo arrivare per produrre globalmente abbastanza cibo per i sette miliardi di esseri viventi, che popolano questa "navicella spaziale" che gira attorno al Sole. Un altro problema, per esempio, è la dinamica delle foreste: noi non possiamo ignorare che se non ci fossero foreste noi non sopravvivremmo. Un altro problema è l’inquinamento dell’acqua e l’invecchiamento della razza umana: questa forma di materia vivente alla quale apparteniamo è destinata a vivere molto più a lungo, ponendo problemi di cui la comunità scientifica si deve occupare. Un altro tema trattato è quello della sicurezza nell’informazione. Tutte queste cose non fanno parte della cultura del nostro tempo, che è detta moderna, ma in verità è prearistotelica. Ecco, l’importanza che la scienza entri nella cultura del terzo millennio: oggi noi viviamo come se nessuno sapesse quali sono le leggi fondamentali che reggono il mondo.

D. – Quindi, la scienza ha il compito di sensibilizzare la politica e la società civile sulle vere emergenze da affrontare?

R. - Le faccio un esempio: tutti sono terrorizzati dall’anidride carbonica, ma se non ci fosse anidride carbonica nell’aria, noi non potremmo avere le piante. Senza l’effetto-serra è molto difficile pensare che potrebbe esistere la vita in questo satellite del Sole. Come si spiega allora che tutti sono terrorizzati da questi due effetti: l’anidride carbonica e l’effetto-serra? Quanto incide su questo l’attività umana? Ecco il problema chiave. Nella peggiore delle ipotesi, incide per il 5%. Il 95%è, infatti, dovuto alla natura non all’uomo. Quindi, attenzione: quando parliamo di emergenza planetaria, dobbiamo occuparci delle vere emergenze, che sono 71, e non sono né l’effetto serra e né l’anidride carbonica, due effetti su cui i governi di tutto il mondo sono decisi ad intervenire, spendendo miliardi di dollari, invece di spenderli nelle 71 emergenze planetarie reali, di cui dovremmo cercare di superare gli effetti.

D. - Nelle sessioni di questa edizione, sono più volte riproposte le tematiche del terrorismo e della sicurezza, legate alle tecnologie moderne. Emerge, dunque, sempre di più, l’esigenza sociale di mettere sotto controllo tutti i risvolti delle applicazioni tecnologiche a cui porta la scienza...

R. – Le applicazioni tecnologiche non sono più scienza, come insegna Giovanni Paolo II, le applicazioni tecnologiche pro o contro l’uomo, pro o contro la vita, pro o contro l’abilità umana, sono un fatto culturale. Le tecnologie, e quindi le applicazioni tecnologiche della scienza, sono strumenti di potere, quindi pro o contro. Ma il pro e il contro non nasce dalla scienza, come dimostra il fatto che la comunità scientifica mondiale ha sempre proposto soluzioni, per superare quello che sono oggi le esigenze planetarie.







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