Nigeria. L'arcivescovo di Lagos: il governo dialoghi con i Boko Haram
Il governo della Nigeria cerchi il dialogo con i fondamentalisti dei Boko Haram, perché
“la guerra non ha mai portato ad una pace duratura nella storia dell’umanità”. Sono
le parole dell’arcivescovo di Lagos, mons. Alfred Adewale Martins che nei giorni scorsi
ha incontrato la stampa locale. Proprio ieri, intanto, la Nigeria ha registrato nuove
violenze anticristiane: a essere colpita, questa volta, è stata una scuola cattolica
di Damagun. Si allunga, quindi, la lista degli attacchi anti-cristiani perpetrati
dai Boko Haram che da diverso tempo stanno devastando il Paese africano. Episodi “deplorevoli”
ed “attacchi vili”, li definisce mons. Martins. Ribadendo poi che “l’Islam è una religione
di pace”, il presule sottolinea che “coloro che realizzano tali atti di terrorismo
contro i fratelli nigeriani non sono veri musulmani, bensì terroristi intenzionati
a destabilizzare la nazione”. Di qui, l’appello al governo affinché “agisca urgentemente
e con decisione contro simili aggressioni”, ma senza tralasciare la via della mediazione,
perché “è sempre meglio quando tutte le parti in causa si siedono ad un tavolo ed
espongono le proprie rimostranze sotto forma di dialogo costruttivo”. Un ulteriore
invito mons. Martins lo rivolge a tutti i fedeli affinché “continuino a pregare Dio,
l’unico che può portare davvero la pace e l’armonia tanto desiderate nel Paese”. Poi,
l’arcivescovo di Lagos si sofferma sul ruolo della stampa, essenziale anche in passato
per la costruzione di un Paese democratico e “capace di parlare con una voce sola
contro tutte le forme di oppressione, mostrando così alla popolazione la giusta via
da seguire”. “I mass media – spiega il presule – sono agenti di cambiamento che possono
mobilitare, rafforzare e promuovere i valori positivi nella società”. Per questo,
mons. Martins invita i giornalisti a non tralasciare la loro “speciale vocazione”
guardando a Dio, “il primo comunicatore che ha creato l’uomo e l’universo attraverso
il potere della parola”. Essenziale, quindi, “far risuonare il Vangelo fino ai confini
della terra, grazie anche alle moderne tecnologie” e usando la professione giornalistica
“in modo positivo, per il bene dell’umanità e a maggior gloria di Dio”. Infine, bollando
come “scioccanti e deplorevoli” i numerosi attacchi avvenuti nel Paese contro alcuni
professionisti dei media, mons. Martins chiede al governo di tutelare i loro diritti
e difendere le loro vite, poiché essi “educano, informano ed intrattengono il pubblico”,
un compito “prezioso per la crescita di una nazione”. (I.P.)