Giornata umanitaria mondiale in ricordo delle tante vittime di un mestiere a rischio
“Persone che aiutano Persone”, il motto dell’odierna Giornata umanitaria mondiale,
istituita in ricordo dell’attentato terroristico al quartier generale dell’Onu a Baghdad,
il 19 agosto del 2003, che causò 22 vittime. Una ricorrenza che vuole dunque onorare
la memoria dei molti operatori umanitari caduti e rendere omaggio a quanti in ogni
luogo del Pianeta “continuano ad aiutare gli altri, senza badare a chi sono e dove
si trovano”. Tra gli organismi partner della Giornata anche la Caritas Internationalis.
Il servizio di Roberta Gisotti:
(spot Beyoncé)
E’
la voce di Beyoncé che canta “I was here” la colonna sonora della campagna delle Nazioni
Unite lanciata quest’anno su Internet per la Giornata umanitaria mondiale. “Un’opportunità
storica” – sottolinea il segretario generale dell’Onu Ban Ki-moon – per unire un miliardo
di persone in tutto il mondo in una buona azione: operatori umanitari per un giorno.
Laura Boldrini, portavoce dell’Alto Commissariato dell’Onu per i rifugiati
tra le agenzie ogni giorno in prima linea per aiutare gli altri.
R. – E’ un’iniziativa
di sensibilizzazione per fare in modo che le persone riflettano sul tipo di lavoro
umanitario, sulla sostanza di questo lavoro e anche sulla pericolosità del
lavoro stesso. In questi ultimi anni specialmente, lavorare nei contesti di guerra
dove gli obiettivi sono quasi sempre civili, è diventato un lavoro estremamente pericoloso.
La commemorazione parte dall’attentato di Baghdad, ma devo ricordare che purtroppo
ci sono stati tanti attentati negli anni e anche azioni specifiche contro operatori
umanitari. Ci sono oggi operatori umanitari sequestrati, nelle mani dei rapitori;
ci sono persone che ancora dopo l’attentato di Baghdad sono state uccise … E dunque,
questo momento di riconoscimento vuole essere un momento di riconoscimento a tutte
le vittime del lavoro umanitario di cui non si parla quasi mai: non fa notizia che
un operatore umanitario venga ucciso, mentre molto di più se ne parla quando questo
accade per altre categorie di persone che lavorano in questo contesto. Dunque ritengo
che sia un’iniziativa importante, quella del segretario generale dell’Onu, che vuole
far riflettere l’opinione pubblica su questo tema, cioè: aiutare gli altri è essenziale
perché rinnova il nostro senso di appartenenza alla famiglia umana. E una Giornata
come questa mira proprio a valorizzare questo tipo di sacrificio.
D. – C’è
forse bisogno di maggiore consapevolezza e anche sostegno delle opinioni pubbliche
nei vari Paesi per questo lavoro, appunto, spesso nel silenzio?
R. – Purtroppo,
tra alcune forze politiche c’è una tendenza di screditarlo, di presentarlo come un
lavoro di cui si potrebbe fare a meno. Io ritengo, invece, che fare a meno di questo
lavoro significa penalizzare milioni di persone. Dunque, è importante oggi ristabilire
questo concetto e rendere merito a chi, facendo questo lavoro, ha rischiato la propria
vita. E purtroppo, tanti sono i colleghi che, in nome di un ideale, oggi non ci sono
più.