Messaggio del cardinale Scola per la fine del Ramadan: smascherare chi spinge i giovani
all’odio
Si conclude oggi per le comunità islamiche il periodo di Ramadan, il mese del digiuno.
“Cristiani e musulmani – si legge nel messaggio dell’arcivescovo di Milano, cardinale
Angelo Scola - sentono oggi la comune responsabilità di fronteggiare una mentalità
diffusa che intende svuotare la vita dai contenuti religiosi”. Il servizio di Amedeo
Lomonaco:
La fine del
Ramadan, scandita dalla preghiera, è soprattutto una festa dedicata al ringraziamento,
come sottolinea il presidente dell’Unione delle Comunità Islamiche d’Italia, Izzedin
Elzir:
“Un ringraziamento a Dio ma anche alla persona, che ha potuto
dimostrare a se stessa questo autocontrollo che le ha permesso di completare il digiuno.
Il mio augurio è un augurio di pace, in particolare ai nostri fratelli in Siria”.
Cristiani
e musulmani – si legge nel messaggio del cardinale Scola, tradotto anche in arabo
- devono cercare insieme “di smentire chi accusa la religione di fomentare disordini
guerre, razzismo e inciviltà”. “Per questo occorre smascherare chi, strumentalizzando
la fede, spinge i giovani all’odio e alla violenza verbale, morale e fisica”. Ancora
Izzedin Elzir:
“Musulmani e cristiani possono oggi dimostrare, in questi
momenti di crisi economica e non solo, che possono lavorare per il bene dell’umanità.
Credo che la Primavera araba abbia aperto una nuova pagina per una ancora più intensa
collaborazione verso un messaggio di pace, di convivenza tra le fedi religiosi ed
i diversi pensieri”.
L’urgenza è dunque l'educazione dei giovani alla pace:
“Giustizia e pace non crescono – sottolinea infine il cardinale Scola - se non si
concepiscono come la risposta ad una chiamata divina”.