Concerto festeggia la riapertura dopo il sisma, della chiesa di S. Maria di Centurelli
a Caporciano
Gloria Campaner e le voci femminili del Coro della Virgola diretto da Pasquale Veleno
si ritrovano oggi alle ore 21.15 nello splendore tardo romanico della chiesa di S.
Maria di Centurelli a Caporciano (L’Aquila) in occasione della sua riapertura ufficiale
al pubblico dopo i restauri a seguito del sisma del 2009. Il concerto dal titolo “Isle
Joyeuse” vede in programma musiche di Debussy, Rachmaninov, Ligeti, Illés, Faurè,
Kodály, Łuciuk e Santucci. E’ nella tradizione del Festival di musica “Pietre che
cantano” condurre il pubblico alla scoperta di tesori nascosti dell’arte abruzzese
e anche questa volta, come è stato per il Monastero di S. Spirito d’Ocre e il Chiostro
di S. Domenico all’Aquila, il Festival si guadagna il primato di una eccezionale “prima”:
il concerto di oggi mostrerà al pubblico, nello splendore rinnovato grazie ai restauri
che sono seguiti al sisma del 2009, S. Maria di Centurelli a Caporciano, bellissima
chiesa tardo romanica, luogo di culto particolarmente venerato del circondario aquilano.
L’edifico, posto in un importante incrocio del Regio Tratturo Magno, risale nelle
sue fattezze attuali al 1561. Costruita sui resti di altro edificio sacro di epoca
arcaica, su un luogo ricco di vestigia antiche risalenti al periodo compreso tra l’anno
1.000 a.C. ed il II sec. d.C. La chiesa, dopo alterne vicende, rimase in stato di
abbandono dal 1903, anno in cui fu interdetta al culto. Alla fine degli anni ’90 del
secolo scorso, versava in pericolo di crollo. Un importante recupero e restauro la
ridonava all’uso e al culto. Fu solennemente riaperta nel corso del 2004. Il sisma
del 2009 ne ha danneggiato la facciata, non interessata dai precedenti lavori di
consolidamento. Con finanziamenti derivanti dalla quota dell’otto per mille, il MiBAC
ne ha curato il definitivo restauro nel corso del 2011, consolidando la facciata,
ricostruendo l’antico pavimento, liberando l’esterno dell’edificio da un reinterro
di origine alluvionale risalente al 1800. Sono stati operati altri interventi di rifinitura.
Il Consorzio Celestiniano, che ne cura la gestione per conto del Comune proprietario,
ha ulteriormente arricchito l’interno di arredi sacri ed artistici.