Capitolo generale dei Cappuccini. Fra Johri: la comunione, la sfida più grande del
nostro tempo
Grande fermento per l’apertura domani a Roma dell’84.mo Capitolo generale dell’Ordine
dei Frati Minori Cappuccini. Al centro dell’assemblea tra l’altro tematiche come la
solidarietà del personale, le missioni nel mondo, le sfide da affrontare nel villaggio
globale per rinsaldare la comunione tra i popoli e le culture. Cecilia Seppia
ha raccolto il commento del Ministro Generale dell’Ordine Fra Mauro Johri:
R. – Il compito
dei Cappuccini rimane di essere prima di tutto dei cercatori di Dio e testimoni dell’assoluto
di Dio, anche in questo momento della storia, e d’altra parte, come figli di San Francesco,
impegnati a vivere in semplicità, a vivere accanto ai poveri – poveri materiali ma
poveri anche di senso, di Vangelo. Quindi, è mia intenzione che l’Ordine si impegni
a fondo a continuare la presenza missionaria in luoghi molto discosti, molto difficili,
andare lì dove nessuno vuole andare, ma che si impegni anche nelle nuove sfide che
la Chiesa ci chiede di affrontare, come la nuova evangelizzazione nei Paesi dell’emisfero
Nord del mondo.
D. – A proposito della nuova evangelizzazione: avete in cantiere
alcune iniziative?
R. – Una è sicuramente quella di migliorare la presenza
là dove siamo, con una migliore predicazione, con una migliore disponibilità ad accogliere,
con una migliore offerta di quei servizi che da tempo si fanno, adattando in parte
anche i nostri tempi ai tempi delle persone.
D. – Ad ottobre inizierà l’Anno
della fede, indetto da Benedetto XVI per celebrare il 50.mo anniversario del Concilio
Vaticano II. Come vi state preparando a questo evento, e quale sarà il vostro contributo?
R.
– Io penso che il nostro contributo debba essere prima di tutto di ascoltare attentamente
quanto ci dirà il Sinodo per la nuova evangelizzazione, dove vi sarà pure una nutrita
presenza di superiori generali; quindi noi, come religiosi, vogliamo far sentire anche
la nostra voce e far sentire quale sarà il nostro contributo. Però penso che il primo
passo da fare – e il Capitolo generale ci aiuterà a fare questo passo – è quello di
essere evangelizzati noi stessi, cioè lasciarci raggiungere dalla novità del Vangelo
per rinnovarci nel nostro atteggiamento di fede e di fiducia fondamentale, perché
è soltanto essendo credibili che poi potremo invitare altri a fare questo passo.
D.
– Nella sua lettera per l’inizio del Capitolo, lei ha invitato tutti i frati alla
comunione. Come si raggiunge, oggi, questa comunione, non soltanto all’interno dell’Ordine
ma a livello mondiale, tra religioni, culture diverse…
R. – La comunione è
la sfida più grande del nostro tempo, perché possiamo comunicare molto di più, possiamo
sentirci, è molto più facile raggiungerci in ogni parte del mondo, però, anche all’interno
stesso dell’Ordine ci rendiamo conto di essere, oggi, una società multiculturale
ma che siamo molto lontani dall’essere diventati una società interculturale,
cioè dove le culture realmente si mettono in ascolto l’una dell’altra, dove a partire
da un progetto evangelico le differenze non vengono vissute come una minaccia ma come
un’offerta per crescere e arricchirsi reciprocamente. Questa è una sfida che avverto
all’interno dell’Ordine, per mantenere l’unità dell’Ordine. Però, ritengo che questo
sia il contributo maggiore che siamo chiamati a dare al nostro mondo sia come Chiesa
sia come villaggio globale.