Siria: ancora vittime e profughi. Drammatico l'appello dell'arcivescovo di Aleppo
''Il regime siriano deve essere abbattuto, e rapidamente''. Così il ministro degli
Esteri francese, dopo aver visitato il campo di profughi siriano di Oncupinar in Turchia.
Laurent Fabius denuncia le storie di violenza della gente fuggita, oltre 170mila persone,
secondo l’Onu. E oggi i combattimenti si sono concentrati tra Aleppo e la periferia
di Damasco, mentre è giunta conferma ufficiale della nomina del diplomatico algerino
Brahimi a nuovo inviato speciale di Onu e Lega Araba in Siria. Il servizio di Gabriella
Ceraso:
Continua
la fuga di civili e disertori siriani oltre i confini, oltre 170mila le persone registrate,
secondo l'Onu. Si scappa verso la Giordania, la Libia,l'Irak ma soprattutto verso
la Turchia. E proprio in un campo profughi turco oggi la visita del ministro degli
esteri francese. Laurent Fabius ha raccolto le voci sofferenti delle persone scappate
per lo più da Azaz e Aleppo, Latakia e Idlib e ai giornalisti ha detto :"Bashar al
Assad non meriterebbe di essere sulla terra". Sono parole forti ma che nulla possono
sulla violenza che anche oggi ha colpito la zona aeroportuale e molti quartieri di
Aleppo e la periferia di Damasco. Per ora senza alcuna conferma la notizia data dalla
tv Al arabya che in mano ai ribelli ci sarebbero anche 14 missili terra-aria Stinger,
di fabbricazione Usa, in grado di abbattere qualsiasi velivolo seguendo la traccia
di calore dei motori. Lenta è ancora l’azione diplomatica, prossimo incontro giovedì
tra Francia e Germania, mentre l’Onu muove sullo scacchiere della mediazione una
nuova pedina con poteri rinforzati e il supporto internazionale. Si tratta dell’algerino
Brahimi sostituto ufficiale di Annan come inviato speciale Onu e Lega Araba in Siria
. ''La promozione di una risoluzione pacifica del conflitto attraverso gli strumenti
diplomatici, resta una priorita' assoluta per noi", ha ribadito il Segretario generale
dell'Onu Ban Ki Moon.
E dalla Siria giunge il drammatico appello dell’arcivescovo
cattolico dei greco-melkiti di Aleppo, Jean-Clément Jeanbart, intervistato
dalla collega del programma inglese, Tracey McClure:
R. - “Chiedo
alla comunità internazionale, chiedo ai cristiani d’Europa, d’America e di tutto il
mondo, chiedo ai governi di avere pietà di questo popolo siriano e di fare tutto il
possibile per spingere tutti quanti a sedersi attorno ad un tavolo per dialogare,
trovare una riconciliazione e risolvere questo problema in modo civile, umano. La
guerra non fa che distruggere, non fa che uccidere: è una guerra fratricida. Smettiamola
di sostenere i belligeranti: chiedo questo all’Occidente ed anche alla Russia, alla
Cina, all’Iran, a tutti, perché spingano le due parti ad accettare il dialogo, a trovare
un compromesso, un modo per risolvere questo problema che sia soddisfacente per tutti.
Prego e supplico tutti di fare il possibile per salvaguardare migliaia e migliaia
di persone che muoiono per niente, perché così non si risolverà il problema. La guerra
non risolve il problema, la guerra non può che portare la morte e la desolazione”.