Monti esclude il taglio delle tasse. Belletti: intervenire sul fisco per la ripresa
Il premier Monti smentisce le voci secondo cui il governo vorrebbe tagliare le aliquote
Irpef. Per Monti “in questo momento l'attenzione per il riequilibrio della finanza
pubblica non può essere allentata”. Alessandro Guarasci
Tutto
nasce da un titolo di Repubblica di ieri: “Monti studia il taglio dell'Irpef”. In
una nota di Palazzo Chigi, il premier dice che non ha voluto smentire il giorno stesso,
per non amareggiare il Ferragosto degli Italiani. Ma, precisa Monti, il governo non
ha attualmente allo studio un provvedimento di questo genere. La nota continua dicendo
che “il carico fiscale sulle persone fisiche e sulle imprese in Italia è senz’altro
eccessivo, un fisco meno gravoso è una sacrosanta esigenza per i contribuenti onesti
ma in questo momento l'attenzione per il riequilibrio della finanza pubblica non può
essere allentata. Insomma non si possono distribuire i benefici di una politica di
risanamento che non è stata ancora completata. Anche il ministro per lo Sviluppo Economico
Corrado Passera conferma che l’Italia non è ancora fuori pericolo, ma scommette tutto
quello che ha che l’Italia ce la farà. Ma quanto è importante ridurre le tasse? Abbiamo
sentito il presidente del Forum delle Associazioni Familiari Francesco Belletti
R.
– Secondo me, è una scelta necessaria, ma non sono molto deluso. Il senatore Monti
mi sembra molto coerente. Io credo che, prima o poi, per la ripresa bisognerà uscire
con un alleggerimento della pressione fiscale, che finora è stata troppo pesante e
troppo sulle fasce più deboli.
D. – Un alleggerimento della pressione fiscale
aiuterebbe anche a rilanciare i consumi, che attualmente sono a dir poco stagnanti...
R.
– Sì, è una misura di sviluppo, e credo che ci sia bisogno di un salto di creatività,
di un salto di innovazione, anche da un punto di vista delle politiche fiscali. Ci
siamo mossi, in questi mesi di governo Monti, con una partenza eccessiva. Spero che
non sia solo per le imposizioni dell’Unione Europea, perché la nostra nazione ha bisogno
di una sua originale linea di sviluppo. Investendo su piccole imprese, sul lavoro
dei giovani e sulle famiglie si uscirà dalla crisi. Finché non avremo questo, resteremo
al traino di altri poteri.