2012-08-15 12:07:53

Indagini sulla fuga di documenti vaticani. Padre Lombardi: trasparenza e rigore


Il metodo è quello della trasparenza e del rigore: così il direttore della Sala Stampa Vaticana, padre Federico Lombardi, in una nota a proposito della pubblicazione, ieri, della requisitoria e della sentenza relative alla fuga di documenti riservati vaticani. Il giudice istruttore Piero Antonio Bonnet, accogliendo le richieste del promotore di giustizia Nicola Picardi, ha rinviato a giudizio due persone: Paolo Gabriele, aiutante di camera di Benedetto XVI, accusato di furto aggravato, e Claudio Sciarpelletti, dipendente della Segreteria di Stato, accusato di favoreggiamento. Ascoltiamo la nota di padre Lombardi:RealAudioMP3

La sentenza di rinvio a giudizio che conclude una parte dell’istruttoria condotta dalla magistratura vaticana sulla vicenda della pubblicazione di documenti riservati non rappresenta certo l’esito finale delle indagini e delle riflessioni su che cosa questa vicenda significa e in quale contesto è maturata. Si riferisce infatti ad un reato specifico e a due persone (una direttamente responsabile e una solo molto indirettamente coinvolta), e non a un complesso più articolato di eventi e relazioni su cui la stessa magistratura e una commissione cardinalizia sono state chiamate a indagare, con competenze specifiche e prospettive diverse. Tuttavia la pubblicazione della sentenza e della requisitoria che l’ha preceduta non vanno sottovalutate, perché sono un passo concreto, compiuto con strumenti e metodi giuridici specifici, per affrontare i problemi con rigore e trasparenza, senza scorciatoie o coperture per quanto benintenzionate. Una pubblicazione ampia e completa come quella di ieri mattina, con la sola riserva dei nomi e cognomi di persone da tutelare, è un atto coraggioso e finora piuttosto insolito nelle usanze vaticane. La decisione del Papa di incoraggiare il lavoro della magistratura ha un suo valore significativo, di rispetto scrupoloso per la competenza e l’autonomia di questa istituzione, e di fiducia nel contributo che può dare nel difficile e faticoso cammino per cercare la verità e stabilire la giustizia con strumenti umani. Forse l’avvicinamento è ardito, ma ci viene da pensare che come il confronto con le istituzioni esterne di Moneyval aiuta certamente a crescere nella direzione della trasparenza economica e finanziaria, così il maggiore riconoscimento del ruolo della magistratura può aiutare oggi a crescere nella direzione della trasparenza e della coerenza nel campo della comunicazione e della discussione di altre questioni non strettamente ecclesiastiche. Il contributo della magistratura non basta dunque per affrontare l’intera gamma dei problemi, ma è serio e impegnativo, e può far riflettere sotto una nuova angolatura sulla serietà delle questioni della fedeltà alle istituzioni che si servono, del valore della fiducia e della comunicazione confidenziale, della solidarietà e della responsabilità dell’unione nel servizio delle istituzioni. Anche questa è una prospettiva in cui si può leggere la linea assunta consapevolmente dal Santo Padre nello stabilire tempi e modi per guidare i suoi collaboratori con lungimiranza in un servizio della Chiesa sempre più efficace ed evangelico.







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