Indagini sulla fuga di documenti vaticani. Padre Lombardi: trasparenza e rigore
Il metodo è quello della trasparenza e del rigore: così il direttore della Sala Stampa
Vaticana, padre Federico Lombardi, in una nota a proposito della pubblicazione, ieri,
della requisitoria e della sentenza relative alla fuga di documenti riservati vaticani.
Il giudice istruttore Piero Antonio Bonnet, accogliendo le richieste del promotore
di giustizia Nicola Picardi, ha rinviato a giudizio due persone: Paolo Gabriele, aiutante
di camera di Benedetto XVI, accusato di furto aggravato, e Claudio Sciarpelletti,
dipendente della Segreteria di Stato, accusato di favoreggiamento. Ascoltiamo la nota
di padre Lombardi:
La sentenza
di rinvio a giudizio che conclude una parte dell’istruttoria condotta dalla magistratura
vaticana sulla vicenda della pubblicazione di documenti riservati non rappresenta
certo l’esito finale delle indagini e delle riflessioni su che cosa questa vicenda
significa e in quale contesto è maturata. Si riferisce infatti ad un reato specifico
e a due persone (una direttamente responsabile e una solo molto indirettamente coinvolta),
e non a un complesso più articolato di eventi e relazioni su cui la stessa magistratura
e una commissione cardinalizia sono state chiamate a indagare, con competenze specifiche
e prospettive diverse. Tuttavia la pubblicazione della sentenza e della requisitoria
che l’ha preceduta non vanno sottovalutate, perché sono un passo concreto, compiuto
con strumenti e metodi giuridici specifici, per affrontare i problemi con rigore e
trasparenza, senza scorciatoie o coperture per quanto benintenzionate. Una pubblicazione
ampia e completa come quella di ieri mattina, con la sola riserva dei nomi e cognomi
di persone da tutelare, è un atto coraggioso e finora piuttosto insolito nelle usanze
vaticane. La decisione del Papa di incoraggiare il lavoro della magistratura ha un
suo valore significativo, di rispetto scrupoloso per la competenza e l’autonomia di
questa istituzione, e di fiducia nel contributo che può dare nel difficile e faticoso
cammino per cercare la verità e stabilire la giustizia con strumenti umani. Forse
l’avvicinamento è ardito, ma ci viene da pensare che come il confronto con le istituzioni
esterne di Moneyval aiuta certamente a crescere nella direzione della trasparenza
economica e finanziaria, così il maggiore riconoscimento del ruolo della magistratura
può aiutare oggi a crescere nella direzione della trasparenza e della coerenza nel
campo della comunicazione e della discussione di altre questioni non strettamente
ecclesiastiche. Il contributo della magistratura non basta dunque per affrontare l’intera
gamma dei problemi, ma è serio e impegnativo, e può far riflettere sotto una nuova
angolatura sulla serietà delle questioni della fedeltà alle istituzioni che si servono,
del valore della fiducia e della comunicazione confidenziale, della solidarietà e
della responsabilità dell’unione nel servizio delle istituzioni. Anche questa è una
prospettiva in cui si può leggere la linea assunta consapevolmente dal Santo Padre
nello stabilire tempi e modi per guidare i suoi collaboratori con lungimiranza in
un servizio della Chiesa sempre più efficace ed evangelico.