Ilva, nuove intercettazioni della Guardia di Finanza
Il caso 'Ilva': nuove intercettazioni della Guardia di Finanza aggravano la posizione
dei vertici, dell’ azienda ora accusati di aver cercato di corrompere un perito del
tribunale di Taranto e pilotare le autorizzazioni ambientali. Sulla vicenda, interviene
di nuovo il ministro dell’Interno Cancellieri: se l’Ilva dovesse chiudere gli impianti
- afferma - avremmo dei problemi drammatici per tutta l'economia del Paese. Cecilia
Seppia:
Presunti tentativi
di corruzione per ottenere le autorizzazioni ambientali, sospetti di tecnici compiacenti,
versioni da costruire a tavolino per la stampa e mosse spregiudicate, dalle carte
del caso Ilva compaiono intercettazioni finora inedite raccolte dalla Guardia di Finanza
che ha dato vita al fascicolo per corruzione in atti giudiziari contro Girolamo Archinà,
il responsabile delle pubbliche relazioni dell’Azienda, licenziato pochi giorni fa.
Le Fiamme Gialle partono dall'ormai famoso incontro fra Archinà e Liberti - consulente
tecnico dei magistrati - che secondo la Procura avrebbe ricevuto diecimila euro per
favorire il gruppo siderurgico nelle relazioni da consegnare ai pm, negando i dati
reali sulle emissioni di diossina provenienti dagli impianti. Episodio questo finito
nelle indagini che hanno portato al sequestro dello stabilimento e ai domiciliari
per otto persone fra le quali Emilio Riva, proprietario dell'Ilva, e suo figlio Nicola
citati tra l’altro dal giudice per inquinamento delle prove. “La chiusura dell'Ilva
è un lusso che non possiamo permetterci” fa sapere il ministro dell'interno Cancellieri
che chiede sicurezza per i cittadini, lavoro per i dipendenti e ribadisce massima
fiducia nell’impegno dei ministri Passera e Clini, attesi a Taranto insieme al Cancelliere
Severino il 17 agosto.