Attentato nel centro di Damasco contro lo Stato maggiore dell'esercito
È di cinque feriti il bilancio dell’attentato contro lo Stato maggiore dell'esercito
siriano a Damasco, rivendicato dall'Esercito siriano libero. E mentre si continua
a combattere in diverse località del Paese, sembra ormai raggiunto l’accordo tra Lega
Araba e Onu per eleggere il diplomatico algerino Brahimi come inviato speciale per
la Siria in sostituzione del dimissionario Kofi Annan. Il servizio di Marco Guerra:
I ribelli hanno
rivendicato la bomba esplosa oggi nel centro di Damasco affermando che era diretta
contro una riunione “di ufficiali e sottufficiali dell'esercito in cui si decidono
le operazioni della giornata”. L’ordigno è esploso nei pressi dell'hotel Dama Rose,
che ospita la delegazione degli osservatori Onu, e davanti a un locale dello Stato
maggiore generale. Fonti dell’esercito confermano il ferimento di cinque reclute,
alcune delle quali in modo grave, e la distruzione di alcuni veicoli militari. L’attacco
di oggi testimonia che anche il centro della capitale è ormai teatro di un conflitto
in cui il regime sta lentamente perdendo il controllo del territorio. Secondo l’ex
premier Hijab, rifugiato in Giordania, al momento le forze lealiste controllano solo
un terzo del Paese. Ad Aleppo, dopo due settimane di combattimenti, l’esercito di
affida solo a bombardamenti e non riesce ad entrare in molti quartieri in mano agli
insorti. Sul fronte diplomatico, fonti della Lega Araba confermano il raggiungimento
di un accordo con l’Onu sul nome dell’algerino Brahimi, come inviato speciale per
la Siria. I 57 Paesi della Conferenza Islamica riuniti alla Mecca sono invece chiamati
a decidere su un eventuale sospensione di Damasco dall'organizzazione. Ipotesi che
vede la ferma contrarietà dell’Iran, alleato di ferro del governo di Assad. Infine
si registra l’appello all’Occidente del ministro degli Esteri russo, Serghei Lavrov,
a non ''sabotare'' l'accordo di Ginevra sulla transizione politica in Siria.