Emergenza incendi. L’abate di Vallombrosa: la natura è un bene da custodire, non
da distruggere
Anche oggi è emergenza incendi in molte parti d’Italia, ma anche in Grecia e Spagna,
dove sono morti due vigili del fuoco. Evacuate inoltre tremila persone alle isole
Canarie. Come già nei giorni scorsi, la situazione è particolarmente critica in Sicilia,
dove stamani un grosso incendio ha lambito l’autostrada Palermo-Catania. Per una riflessione
sulle gravi responsabilità morali di chi appicca un incendio e sull’importanza del
rispetto del Creato, Luca Collodi ha intervistato l’abate di Vallombrosa, padre
Giuseppe Casetta:
R. – L’incendio
naturale? Fa un po’ sorridere! Normalmente sono tutti incendi dolosi e colposi e la
maggior parte per motivi che ben sappiamo. Il problema educativo è fondamentale. Qui
c’è un problema assai scottante, che è quello relativo alla formazione delle persone,
alla dimensione antropologica che utilizza i beni come se fossero una proprietà privata
per fini che sono assolutamente assurdi: per trarre profitto, per situazioni anche
di conflittualità… Dobbiamo ricostruire una nuova visione antropologica che veda la
natura non come un bene da rapire, ma come un bene da salvaguardare e da preservare.
D. – Secondo voi, oggi è possibile proporre un modello di vita ecologico?
R.
– Lo dobbiamo fare in tutti i modi: non solo è possibile, ma è un dovere da parte
di tutti i cristiani lavorare, affinché questo modello prenda sempre più corpo, soprattutto
nelle nuove generazioni. Noi, ad esempio, davanti all’abbazia abbiamo un prato grandissimo,
dove ci sono centinaia, a volte migliaia, di persone: dovreste vedere cosa succede
il lunedì, quando la gente va via? Per terra c’è di tutto…. Questo è il punto: dobbiamo
ricostruire continuamente questo tipo di formazione e di educazione per evitare che
queste cose continuino a ripetersi.