2012-08-13 13:48:40

Egitto: la Casa Bianca chiede ai militari e alle autorità civili di collaborare dopo la rimozione dei capi delle forze armate


La Casa Bianca ha lanciato un appello perché le autorità civili e militari lavorino insieme. La dichiarazione arriva dopo la decisione del presidente Morsi di rimuovere il capo delle forze armate Tantawi e il capo di Stato maggiore Anan. Se da un lato Israele esprime inquietudine, il Consiglio Supremo delle Forze Armate parla di un avvicendamento naturale. Fausta Speranza ne ha parlato con Camille Eid, editorialista del quotidiano Avvenire:RealAudioMP3

R. – In effetti, questa raffica di decreti non fa altro che concentrare il potere esecutivo ed il potere legislativo nelle mani di una sola persona, non essendoci più il parlamento. E’ vero che ci si aspettava un braccio di ferro tra il presidente Morsi ed il Consiglio supremo delle forze armate, ma non con questa fretta.

D. – Spieghiamo questa espressione: “Non c’è più il parlamento”…

R. – Sappiamo che il parlamento è stato sciolto dalla Corte costituzionale, dal momento che ha deciso di dichiarare nulle le elezioni con cui era stato eletto. Quindi, il potere legislativo alla fine era nelle mani dei militari. Ora che il presidente dei militari non c’è più, è il presidente Morsi che ha assunto questo potere. In effetti, ci sono alcune cose che non sono molto chiare. Il Consiglio militare non è solamente la persona di Tantawi, oppure del generale Anan, che sono stati rimossi o licenziati. Alcuni dei commentatori egiziani si chiedono: “Sarà l’attuale capo di Stato maggiore, che è il ministro della Difesa nominato da Morsi, a presiedere il Consiglio supremo? E il Consiglio supremo delle forze armate continua quindi a detenere il potere legislativo, in assenza del Parlamento?”. La risposta secondo me è no: è Morsi – come dicevo - a concentrare tutti questi poteri in attesa dei prossimi sviluppi. C’è una roadmap che prevede la formazione, entro 15 giorni, di una nuova costituente, se l’attuale non andasse bene. Per gli stessi motivi, poi, entro tre mesi, è prevista la stesura di una nuova Costituzione. Il popolo egiziano sarà chiamato ad un referendum sulla Costituzione e in base a quella saranno indette nuove elezioni legislative. Ma da qui al nuovo parlamento passerà almeno un anno.

D. – Ci si aspettava un gioco di equilibrismi, da parte di Morsi, tra piazza e militari. Questo ultimo episodio dei decreti, fa parte di questo gioco? Dovremo vedere altri atti, che forse in qualche modo riequilibreranno o, in questo momento, c’è uno sbilanciamento?

R. – Non c’è uno sbilanciamento al 100%. Nel senso che è vero che Morsi ha rimosso i due principali esponenti del Consiglio militare, ma è vero anche che ha nominato un militare come nuovo ministro della Difesa. Quindi, non ha trasformato il potere in un potere civile al 100%. Infatti, in Egitto è tradizione che a detenere il dicastero della Difesa sia un militare, e questo l’ha mantenuto; ha però cambiato le persone. Chiaramente, la figura di Tantawi era dominante, come anche quella di Anan. Per ora le cose funzionano. Bisogna vedere se ci saranno ancora altri decreti, ma secondo me il grosso è stato fatto: qualche giorno fa, dopo gli incidenti e gli attentati nel Sinai, aveva rimosso i capi supremi dei servizi di sicurezza; con questi decreti ha già completato per lo meno l’assetto militare dell’Egitto. Per il resto, non saranno necessari decreti presidenziali di questo peso: il governo è stato appena fatto e, chiaramente, il discorso relativo al parlamento necessita della stesura della Costituzione.







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