La guerra di Aleppo: gli insorti non si arrendono. Salta il vertice arabo di Gedda
Si continua a combattere ad Aleppo in Siria, dove l’esercito di Bashar Al-Assad e
gli insorti si contendono il quartiere strategico di Salahddin. Ieri scontri si erano
verificati anche nel centro di Damasco. Intanto, sul piano diplomatico, è saltato
l’incontro dei ministri degli Esteri della Lega Araba, previsto per oggi a Gedda,
in Arabia Saudita. All’ordine del giorno c’era la nomina del successore di Kofi Annan
all’incarico di inviato speciale per la crisi siriana, già indicato dall’Onu nella
persona di Lakhdar Brahimi, già uomo delle Nazioni Unite in Iraq e Afghanistan. Il
servizio di Michele Raviart:
L’esercito di
Bashar Al-Assad continua a bombardare Aleppo, in quella che per molti osservatori
è la battaglia decisiva per le sorti del presidente. E mentre gli insorti annunciano
orgogliosamente una “resistenza feroce” all’esercito, appare sempre meno chiaro capire
quale tra le due parti stia prevalendo nella seconda città della Siria. Ieri gli insorti
avevano annunciato di aver riconquistato il quartiere di Salahddin, mentre il quotidiano
governativo Al-Watan celebraval’imminente irruzione delle truppe di Assad nel quartiere
di Al-Sukkari, altra roccaforte del Free Syrian Army. Scontri anche a Damasco, dove
è stato ucciso un giornalista dell’agenzia governativa Sana, mentre il Consiglio nazionale
siriano, organo dirigente dell’opposizione, ha denunciato l’esecuzione da parte dell’esercito
di dieci civili nella città di Homs. Ci sarebbe invece un banale intervento chirurgico
al ministro degli Esteri saudita Saud al Faisal dietro la sospensione del vertice
delle diplomazie arabe previsto per oggi a Gedda per discutere la nomina del nuovo
inviato congiunto di Lega Araba e Onu. Per capire se sarà il diplomatico algerino
Lakhdar Brahimi, bisognerà probabilmente attendere il vertice straordinario della
Lega Araba di martedì prossimo a La Mecca, dove oggi è atteso l’arrivo del presidente
iraniano Ahmadinejad. In quell’occasione l’Iran, storico alleato di Bashar-al Assad
e della minoranza alawita-sciita, si siederà accanto l’Arabia Saudita, aperta sostenitrice
dei ribelli sunniti, per quello che potrebbe essere un momento cruciale per gli sviluppi
della crisi siriana.