Il nuovo vescovo di Ivrea Aldo Cerrato: l’amicizia con Gesù cambia la vita
Benedetto XVI lo ha nominato pochi giorni fa nuovo vescovo d’Ivrea: si tratta di mons.
Edoardo Aldo Cerrato, 62 anni, piemontese, finora procuratore generale della Famiglia
oratoriana di San Filippo Neri. Il prossimo 8 settembre, il cardinale segretario di
Stato Tarcisio Bertone, lo ordinerà vescovo, mentre l’ingresso ufficiale ad Ivrea
è fissato per il 7 ottobre. Al microfono di Isabella Piro, mons. Cerrato racconta
con quali sentimenti ha accolto il nuovo incarico:
R. – Mi chiedevo
perché il Signore avesse scelto proprio me per una missione così sublime. La risposta
la conoscevo: Dio sceglie secondo criteri che non sono i nostri, ci si sente indegni,
ma tutta la storia della salvezza testimonia che Dio sceglie vasi di creta per portare
il suo tesoro.
D. – Quali saranno le linee guida della sua missione episcopale?
R.
- Ciò in cui desidero crescere anche come vescovo è la mia amicizia con Gesù Cristo,
da cui tutto dipende. Ciò di cui sono certo è che nell’amicizia personale di ognuno
di noi con Cristo crescerà anche la nostra reciproca amicizia di discepoli del Signore.
D.
- Cosa porterà con sé ad Ivrea del carisma di San Filippo Neri?
R. – Padre
Filippo mi ha guidato a comprendere e ad accogliere le verità della fede e la bellezza
della vita, lo sguardo cristiano posato sull’uomo e sulla storia; in una parola, Gesù
Cristo vivo e presente oggi, con il quale ad ognuno è possibile l’incontro che cambia
la vita. E’ una lezione che apprezzo tantissimo.
D. - Al centro del suo stemma
episcopale lei ha posto un’immagine della Madonna…
R. - Maria ha avuto il primo
posto, quello che a Lei è dovuto, perché in Lei è iniziata la storia nuova di cui
noi facciamo parte, è Lei l’aurora della Redenzione, la Madre della divina grazia.
La mia povera esperienza me lo ha confermato mille volte. Ecco perché c’è la Vergine
Santa nel capo del mio stemma.
D. – La presa di possesso della diocesi avverrà
il 7 ottobre, proprio nel giorno in cui si apre il Sinodo dei vescovi sulla nuova
evangelizzazione…
R. – Sì e oltretutto è la festa del Rosario: il mistero di
Cristo contemplato dal popolo cristiano nella semplicità della preghiera quotidiana.
E’ una gioia per me pensare che proprio in quel giorno, in quella domenica, si apre
il Sinodo dei vescovi sulla nuova evangelizzazione e la coincidenza mi pare proprio
provvidenziale. Nuova evangelizzazione: proporre Cristo - il Rosario ce lo insegna
- attraverso il cuore, la fede, la carità di Maria. La nuova evangelizzazione che
altro può essere se non proprio questo?
D. – Quali sono i suoi auspici per
questa sua nuova missione pastorale?
R. – Vorrei, questo è il mio intento,
essere innanzitutto vicino ai preti. L’esperienza di 18 anni di procuratore della
Famiglia oratoriana, se mi ha insegnato qualcosa, è proprio questo: vale di più un
momento di vicinanza fraterna di tutti i programmi pastorali, pur indispensabili.