di Marina Calculli, ricercatrice presso l'Università del Sacro Cuore (MI) ed esperta
dell'area mediorientale In Siria credo
che un punto di non ritorno sia stato già valicato. E' molto difficile cavalcare una
soluzione diplomatica, politica. L'unica invece possibile, temo sia proprio quella
militare dall'esterno. Dura da 17 mesi la ribellione siriana contro il regime,
che ha causato più di 20 mila morti, secondo gli attivisti antigovernativi, e oltre
150 mila (secondo l'Onu) di profughi. Mentre il ministro degli Esteri italiano Giulio
Terzi invita Mosca a rivedere la sua posizione dichiarando che "l'unica via d'uscita
credibile dalla crisi siriana è un governo di intesa nazionale", da New York giungono
voci sempre più fondate in merito alla nomina a inviato speciale delle Nazioni Unite
sulla Siria del diplomatico algerino Lakhdar Brahimi, come successore di Kofi Annan.
(a cura di Antonella Palermo)