In un piccolo borgo friulano, una mostra sulla Bibbia dedicata ai bambini
E’ dedicata ai piccoli che la Sacra Scrittura indica tra i protagonisti della storia
della Salvezza, la mostra allestita quest'anno nella Casa delle Esposizioni di Illegio,
località di montagna del Friuli. Comprende ottanta capolavori, pitture su tavole lignee,
dipinti su tela, sculture, dal primo secolo al Novecento, selezionati da musei italiani
ed europei tra i più prestigiosi e da collezioni private. Visitabile fino al 30 settembre,
“I bambini e il cielo” è la nona mostra proposta dal locale Comitato di San Floriano
dopo quelle dedicate, tra l’altro, all'Apocalisse, agli Apocrifi, agli Angeli, all’Aldilà.
Ma che cosa ha portato alla scelta del tema di quest’anno? Adriana Masotti
lo ha chiesto alla storica dell'arte Serenella Castri, curatrice del catalogo
della mostra:
R. - La cosa
più importante che ci ha spinto a scegliere questo tema, era puntare sulle qualità
dell’infanzia, che molto spesso nella storia dell’Occidente, sono state dimenticate,
calpestate e che ci sembrava che il nostro mondo cristiano, avesse bisogno di riscoprire
sull’onda naturalmente delle parole evangeliche di Gesù: “Chi accoglie uno di questi
bambini nel mio nome accoglie me”, e anche per riflettere insieme, attraverso la
bellezza e l’interpretazione che gli artisti hanno dato nel corso dei secoli al tema
dell’infanzia e soprattutto dell’infanzia di Cristo, sulle qualità che spesso l’adulto
dimentica di curare e di conservare dentro di sé.
D. - Quali sono queste qualità?
R.
- Naturalmente l’innocenza, la purezza. La cosa che volevamo fosse più "provocante"
per il visitatore è ricordargli che il bambino è figlio, e noi tutti siamo figli,
siamo figli di qualcuno che ci ha generati, ma soprattutto siamo figli di Dio.
D.
- Qual è il percorso proposto dalla mostra?
R. - Quest’anno il percorso è complesso.
I temi sono tantissimi, perché trattano sia il bambino come è visto dalla mitologia
greca, e quindi il tema di Cupido che viene piano piano poi reinterpretato alla luce
degli studi umanistici, e poi della cristianità, diventando dapprima il tema di Eros
ed Anteros, e quindi dell’amore corrisposto, oppure dell’amore diviso tra l’amore
spirituale e quello profano. Poi si concentra soprattutto sulla figura di Gesù in
quanto bambino, per sottolineare il fatto che Dio ha scelto di mandare suo Figlio
sulla Terra non come adulto – ed avrebbe potuto farlo benissimo - ma ha scelto di
fargli fare tutto il percorso umano e quindi ce lo ha donato come bimbo. Quindi ha
sottolineato appunto i temi che noi volevamo approfondire.
D. - Tante le opere
esposte, alcune inedite. Quali le più significative o più preziose?
R. - Vorrei
ricordare una magnifica tela di David Teniers il Giovane del 1653, che proviene da
un prestito prestigioso - dal Kunsthistorisches Museum di Vienna - che racconta un
episodio rarissimo – iconograficamente parlando- cioè un tema biblico, in cui Abramo
non sta per uccidere Isacco, ma nel momento successivo in cui Abramo si inginocchia
davanti ad una luce divina, per ringraziare il Signore Dio di avere concesso la vita
del figlio, e di avere potuto sacrificare al suo posto un agnello. Una tela intensissima.
Poi c’è una tela di Giovanni Bellini, la Madonna del Pollice, che tratta un tema
creato da Bellini stesso sulla base dell’icona bizantina della Kyriotissa e che, in
modo struggente, ricorda la preveggenza della Madonna che sa che il suo bambino dovrà
essere sacrificato e patire una passione terribile, e quindi lo stringe dolcemente
a sé, mentre il bambino stesso che è un piccolo infante, scivola dal parapetto con
i piedini e si offre al mondo.