2012-08-10 15:46:40

Il commento di padre Bruno Secondin al Vangelo della Domenica


In questa 19.ma Domenica del Tempo ordinario, la liturgia ci presenta il passo del Vangelo in cui Gesù parla con i giudei a Cafarnao. Il suo discorso scandalizza molti presenti, soprattutto quando dice:

“Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo”.

Su questo brano evangelico ascoltiamo il commento del padre carmelitano Bruno Secondin, docente emerito di Teologia spirituale alla Pontificia Università Gregoriana:RealAudioMP3

Non più con la folla, ma con i Giudei è questa volta il dialogo sul pane di vita, disceso dal cielo. L’espressione scandalizza, anche perché Gesù la ripete ben tre volte, con una insistenza che irrita. Se prima si trattava di andare oltre le apparenze del pane materiale distribuito in abbondanza, ora si deve andare oltre la realtà familiare di Gesù: certo, molti conoscono la sua parentela umana, eppure la sua vera identità ha radici nel cielo. Il Padre lo ha mandato per portare a tutti la vita, per rivelare, per mediazioni umane, i segreti della vita divina misteriosa. Il ricordo della manna donata gratuitamente nel deserto o il pane offerto dall’angelo a Elia depresso e in fuga, certo rimanevano simboli potenti della generosità di Dio. Ma ora Dio dona ancora di più: un pane che elimina la morte, che alimenterà la vita in maniera divina, eterna. Gesù stesso si proclama questo pane di eternità, per la vita del mondo. Una sfida per tutti noi: cogliere questa identità divina di Gesù e conoscere il cuore del Padre è possibile se ci facciamo imitatori di Dio, come esorta oggi Paolo: diventando pane e amore, camminando nella carità, come ha fatto Cristo. Vertiginoso ideale, ma ce lo propone Gesù stesso.







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