India: Chiesa in prima linea contro gli aborti selettivi femminili
Rendere gli aborti selettivi femminili un reato penalmente perseguibile per chi li
pratica. L’idea sta cominciando a raccogliere crescenti consensi anche tra le autorità
di alcuni Stati indiani dove il drammatico aumento dei feticidi femminili, al quale
ha contribuito l'evoluzione delle tecniche di indagine pre-natale, sta alterando gli
equilibri demografici del Paese. Una proposta che la Chiesa indiana, da tempo impegnata
contro questa piaga, vede con favore. Per suor Helen Saldanha, segretario dell’Ufficio
per le questioni femminili della Conferenza episcopale indiana (Cbci), punire gli
aborti selettivi contribuirebbe a cambiare “l’atteggiamento omicida” della società
indiana verso le figlie femmine, discriminate a causa di antichi retaggi culturali
e religiosi che privilegiano l'erede maschio. Quella indiana, come altre società asiatiche,
è infatti, una società patriarcale che considera le donne come un peso economico.
“Questa preferenza per il figlio maschio – spiega suor Saldanha all’agenzia Cns –
è una patologia che sta abbassando il rapporto tra femmine e maschi e purtroppo i
progressi della medicina vengono usati per impedire la nascita di milioni di bambine
non volute”. Lo confermano drammaticamente le statistiche: il rapporto tra femmine
e maschi di età inferiore ai sei anni in India è sceso da 927 ogni mille maschi nel
2001 a 800 su mille nel 2011. Nonostante i test pre-natali per la determinazione del
sesso e gli aborti selettivi siano illegali nel Paese dal 1994, questa pratica, secondo
il dott. Ruchika Dewan Singh del Catholic Health Association of India (Chia),
continua a essere accettata da ampi settori della società indiana, dove sono ancora
molto diffusi anche i cosiddetti “omicidi per dote”: ogni anno migliaia di donne vengono
uccise in India per il mancato pagamento della dote “patteggiata” al momento del matrimonio
combinato dai genitori. “Il problema - conferma il direttore del Chai, padre Tomi
Thomas – è innanzitutto culturale. Per questo l’associazione organizza regolarmente
speciali corsi di formazione per operatori sanitari e per le coppie con l’obiettivo
di convincerle a non ricorrere agli aborti selettivi. I suoi programmi rientrano nella
capillare campagna di sensibilizzazione contro i feticidi e gli infanticidi femminili
condotta in questi anni dalla Chiesa in India”. Gli effetti deleteri degli aborti
selettivi femminili sugli equilibri demografici nel mondo e in particolare in Asia
sono stati denunciati anche dalla Divisione demografica del Dipartimento Onu degli
Affari economici e sociali (Unpd) e dal U.S. Census Bureau’s International Programs
Center (Ipc), le due maggiori organizzazioni che si occupano delle tendenze di crescita
della popolazione mondiale. Gli ultimi dati forniti indicano che India e Cina sono
i “campioni” di questa pratica, con un indice medio del rapporto tra numero di nascite
maschili e femminili di 120 (ovvero 120 maschi ogni 100 femmine). Il limite oltre
il quale si parla di rapporto innaturale è 105. (A cura di Lisa Zengarini)