Bce: imprese europee a rischio insolvenza. Dati negativi sulla produzione industriale
italiana
Nell’Eurozona la disoccupazione continua a salire e per le imprese europee, in particolare
per quelle italiane, cresce il rischio di insolvenza. A lanciare l’allarme è la Banca
centrale europea che esorta anche i singoli governi ad essere pronti ad attivare,
in caso di necessità, i fondi salva-Stati. La priorità – sottolinea il leader del
Pd Pierluigi Bersani – è una politica industriale capace di ridare ossigeno all’economia
reale. La crisi – ha avvertito ieri il ministro del Lavoro Elsa Fornero – mette a
rischio il futuro industriale del Paese. I dati riferiti a questo settore restano
allarmanti. Il servizio di Amedeo Lomonaco:
In Italia sono
diverse le criticità che frenano la produzione industriale. Innanzitutto, investire
in impresa non conviene. Sono più redditizi, secondo uno studio di Mediobanca, i rendimenti
dei Buoni del Tesoro Poliennali. A questo si aggiunge una nuova frenata dei prestiti
alle imprese da parte delle banche: a giugno, rileva Bankitalia, i prestiti al settore
privato sono diminuiti, rispetto a maggio, dello 0,5 per cento. Diversi poi i fattori
che frenano le attività imprenditoriali e collocano l’Italia, in questo ambito, fra
i Paesi meno virtuosi. Tra questi, in base ad un rapporto di Confcommercio sull’economia
sommersa, i pagamenti irregolari, il fenomeno delle tangenti e la complessità della
burocrazia. L’economista Quadrio Curzio:
“È certamente un quadro
preoccupante. Il comparto delle imprese italiane, non ha ancora riconquistato i livelli
del 2008. Abbiamo un calo del Pil, nel 2012, intorno al 2%. Abbiamo dati sull’evasione,
sulla corruzione molto brutti. Il costo degli adempimenti burocratici rimane anch’esso
molto pesante, così come la tematica della lentezza della giustizia. Mi riferisco
in particolare alla giustizia civile che è quella più importante nell’ambito economico.
E questo rappresenta un ulteriore appesantimento. Malgrado le esportazioni vadano
abbastanza bene +5,5% in più nell’ultimo anno - siamo ancora in una situazione di
contrazione della domanda interna”.
Una contrazione dovuta anche al calo
del tasso di crescita dei prestiti alle famiglie, che fanno sempre più fatica a risparmiare.
Da uno studio della Cgia di Mestre, emerge che il reddito delle famiglie, è tornato
ai livelli di 10 anni fa. Alla decurtazione dei risparmi di oltre il 26%, si accompagna
anche un aumento della spesa del 4%. Ancora l’economista Quadrio Curzio:
“All’Italia
è stata richiesto dall’Europa di raggiungere il pareggio di bilancio addirittura nel
2013. Probabilmente, l’Italia vi arriverà. L’altro unico Paese europeo che raggiungerà
questo obiettivo è la Germania. L’Italia arriverà a quell’obiettivo, con un forte
aumento della pressione fiscale. Ovviamente questo aumento, unito alla bassa crescita,
ad una situazione occupazionale deteriorata, ha causato un forte calo della domanda
interna e una situazione di scarsa fiducia, che incide negativamente sul nostro sistema
economico. Per questo è fondamentale trovare qualche soluzione per rilanciare lo sviluppo
e, in qualche modo, consolidare o far rinascere la fiducia sia delle imprese sia delle
famiglie. C’è il rischio che si arrivi al pareggio di bilancio nel 2013, avendo però
fortemente depauperato il nostro sistema produttivo. Questo pareggio di bilancio sarà
certamente una medaglia che l’Europa ci darà, ma questa medaglia non potrà far rinascere
un sistema produttivo deteriorato”.
Non sono solo le imprese italiane
a soffrire la crisi. La produzione industriale in Spagna ha registrato a giugno un
calo del 6,9% rispetto al mese precedente. Anche il settore industriale tedesco a
giugno è in calo con una flessione dello 0,9% a causa della riduzione dell’attività
nel settore manifatturiero. In Cina infine, si registra, per la produzione industriale,
il tasso di crescita più basso da oltre 30 anni: a luglio l’incremento annuo è del
9,2%. Le previsioni, invece, indicavano stime vicine al 10%.